pizzostory 12 OTT 2021 – LA NUNZIATELLA: DA FORNO A PASTIFICIO

Da: Annunziato Seminara
Inviato: 12 ottobre 2021
Oggetto: 12 OTT 2021 – LA NUNZIATELLA: DA FORNO A PASTIFICIO.

pizzostory 12 OTT 2021 – LA NUNZIATELLA: DA FORNO A PASTIFICIO.

Era d’ottobre. Tanti anni fa. Il quintultimo anno del secolo XVIII.

Avvenne quell’anno che l’Accademia della Nunziatella fu privata del “Fondo di economia” costituito dalla rendita cospicua della locazione del forno e della cantina attigua che consentiva al Comandante Brigadiere Parisi di sopperire ai “beni di equipaggio” a favore degli Allievi orfani dei militari e di quelli bisognosi, nonché utili per le opere di manutenzione del Maniero. Quello che così oggi chiamiamo, ma che, non dimentichiamolo mai, era l’ex sede del Noviziato dei Gesuiti.
Eh sì, dentro quel Maniero c’era un forno, sito più o meno sotto la sala convegno. La storia è abbastanza complessa nelle vicende che coinvolsero il “Fondo dei Lucri”, ovvero la struttura amministrativa che gestiva i proventi dei beni dei “disciolti” Gesuiti. Entrano nella vicenda i padri Somaschi che avevano raccolto le funzioni dei Gesuiti, ma l’argomento, un po’ articolato nelle figure istituzionali che si avvicendarono vanno approfondite in altra sede, per evitare di allungare un brodo saporito che potrebbe distogliere il lettore dal tema in svolgimento.
Ebbene, dal 1796, dopo quell’ottobre del 1795, non solo mancarono risorse all’Accademia, ma, è facile intuire, agli Allievi fu servito un pane che forse non era all’altezza di quello infornato a casa propria. Se non altro, acquistandolo “fuori”, forse aveva costi più cari.
E gli Allievi?
Bah!, erano anni un po’ agitati nella Napoli catto-massonica che agitava i malumori del Regno. Finché nel 1799 orde di “lazzari” si scatenarono nella città guidati alla lontana dal Cardinale senza voti, il bagnarese Ruffo di Calabria.
Respinsero i Cadetti quegli assaltatori facinorosi e sortirono verso la via Monte di Dio che conosciamo, respingendoli con decisione.
Anche se  purtroppo il Cardinale occupò la città e sospese le attività della regia Accademia della Nunziatella.
Quei cadetti non avevano pane, ma con le palle degli archibugi difesero l’onore del loro Re.
Neanche 150 anni dopo, sempre i cadetti, stavolta della GIL del ventennio……sì, l’innominabile doppio decennio che non citiamo altrimenti ti tacciono da una parte o dall’altra. Meglio dire ventennio.
A Padova, durante una cerimonia, i supremi comandanti che declamavano “libro e moschetto”, ad un paio di migliaia di giovani, schierati in armi, lanciarono l’incitamento a studiare per il futuro della Patria. In soldoni, niente moschetti e tutti libri.
Eh, i giovani, anche allora non gradivano leggere o studiare……si avventarono nelle camerate sfondando muri e finestre.
Volevano guerreggiare. Una sorta di incursioni che facciamo, ovvero facevamo, nelle camerate dei Cappelloni.
E vabbé! Furono addestrati poco più di 2 mila volontari e, “volete la guerra? “….e così furono spediti in Africa. Ma contro “lazzari” di quel tempo e di quei luoghi”?  …….meglio non pronunciarsi. Erano albionici.
Per farla breve, in quei due battaglioni di 2282 di 18enni, la decimazione fu tremenda: 899 caduti, 391 dispersi, 390 feriti.
Gloria di assalti e di sentimenti giovanili. Meglio il moschetto per difendere la Storia in cui credevano che non i libri che a volte obliterano le coscienze.
Andò così, per quei giovani che cantavano “…Colonnello non voglio il pane, voglio il piombo p’el mio moschetto, ch’ho la terra p’el mio sacchetto che per oggi mi basterà!……”

Ma la Nunziatella si è evoluta.
200anni dopo, esattamente!, dopo quel 1795, si prodigava l’Associazione degli Ex Allievi, appena al 45° anno della sua fondazione, a modificare il suo Statuto.
Finché nel 1996 fu modificato inserendo, di diritto, ovvero ope legis, gli ex Presidenti Nazionali nel Consiglio Direttivo. Con diritto di voto.
Perciò ai 15 Consiglieri eletti, si sommarono, alla scadenza dei mandati, figure “istituzionali” rappresentate da Ex Presidenti che senza ulteriore verifica elettorale entravano a far parte del “Gotha”.
Il primo ad averne beneficio fu Alessandro Ortis, già PresNazionale agli albori degli anni ’90, il quale, per suoi rispettabilissimi (in tutti i sensi) impegni personali, era pur sempre vigile da “battitore libero” (gesto che saggiava, e saggia sempre la consistenza dei tavoli).
Poi, pur non reclamandolo particolarmente, il più intelligente di tutti, ancora (così mi suggerisce siminarion), ne ebbe anche lui, dopo il secondo mandato nell’anno 2000, ‘sto diritto fino alla fine del tempo, l’Anconcin ovvero Lider Maximo (vezzeggiativo veramente sincopato e vulnerabile alle ironie di scapestrati in franchigia). Così il Diritto ope legis degli ex Presidenti si conserva oggi.
Ex Presidenti che, in verità, sostenevano e sostengono i Consiglieri eletti e quelli elettivi più che altro per ricondurli allo zoccolo duro di un “politburo” protempore.
Ma la scelta del diritto acquisito dagli ex Presidenti, caso strano, oltre che per le proprie attitudini a restare sulle brecce associative, era stata profilata dai primi “lazzarini” che agitavano l’Associazione. Dai gruppi chiusi e riservati non più nelle carbonaie o nei clubs, Forse. O forse no.
Perché anche a chi, dopo le vittorie delle competizioni cittadini di “palla-a-mano”, si autoesaltavano per fare, come gli ortodossi affermano, come pareva a loro del nome della Nunziatella.
Altri “lazzari” si profilavano” nel primo decennio del XXI secolo. Sempre “lazzari” secondo i “puri”, che talvolta pero, anch’essi “spureggiano”. Il mondo non è sempre a senso unico.
E quegli ex Presidenti, nella vulgata anglofona, veramente da “volgo”, si chiamarono e si chiamano “Past President”. Ad oggi, compreso il Presidente Onorario, istituito nel 1988,  sono 6. Chissà se dopo lo spoglio elettorale non diventeranno 7 fra quattro anni.
Cioè aumenta sempre più il numero dei 15 eletti aventi diritto oltre gli elettivi che, possono presenziare o no alle convocazioni dei Consigli Direttivi. E incidono sicuramente nelle delibere dei Consigli. Diciamo pure che le influenzano. Un bene? Un male? Non è il succo del ragionamento.
Che si definiscano “past” farebbe resuscitare in…….dignati quelli di Giarabub che combatterono gli albionici. Una cosa è certa: più passano i quadrienni e più aumentano i “past”.
La Nunziatella, in specie con l’ufficio di Presidenza fondato da qualche giorno, sta diventando, nella sua evoluzione progressiva e progressista, un pastificio. Il contrasto con i novelli lazzari, che per taluni sono lazzaroni, va difeso. No?!?

Ai posteri la valutazione.

Resta da considerare, nei commenti sui past, le assonanze che nei pastifici riconducono immagini e somiglianze ai prodotti delle macinazioni col bronzo e alle farine. Gruppo zero, zero più, integrale.
Eppoi le qualità: spaghetti, spaghettoni, spaghettini, ditalini, mezze maniche, paccheri, rigatoni, penne, rigate o lisce, linguine o bavette.
Fino all’ex Allievo della mensa associativa, al quale i Famigli di famiglie storiche per ingraziarselo, da lazzaroni anch’essi fra le pentole, preparavano e preparano, secondo i gusti, pasta al ragù, al pesto, alla gricia, al burro e formaggio grattugiato, in bianco con l’olio se emaciati ovvero riso se “dissenti”.
Ma il piatto che va per la maggiore è alla carbonara.Sempre d’attualità. Sempre desiderato. Sempre gustoso e ammaliatore. Un po’ nascosto per ingurgitarlo nei meandri dei bassi a mani basse, senza farsi vedere.
Però da parecchio la tendenza consolidata fa incetta di pasta con i broccoli, perché arricchisce tutte le qualità dei prodotti del pastificio. Anche se la pasta è poca, i broccoli non mancano. I famosi broccoli pretoriani, da sempre, nella Storia dell’Uomo fanno, per l’appunto, la Storia dell’Uomo.

E noi ci adeguiamo.

Nunzio,
il socio del 1960