Da: Annunziato Seminara
Data:25/01/2015 16:28 (GMT+01:00)
A: Nunziatella1787
Oggetto: pizzofalconews 25 GEN 2015 . LA GIUSTIZIA CORPO CORPO
pizzofalconews 25 GEN 2015 – IL CORPO A CORPO DELLA GIUSTIZIA
Sempre vive, come in questi giorni, le notizie sulla Giustizia!
Chiacchere sparse e Quaccheri improvvisati diffondono argomenti sempre più tristi e non rassicuranti per noi cittadini, fedeli e devoti alla lealtà e alla correttezza della regole.
Altre immagini ci confortano sulla salute degli insegnamenti del e nel Rosso Maniero.
E’ ancora negli occhi quella di Filippo Paone, corpulento e sorridente, nel l’atteggiamento maestoso di un altro cultore della scienza giuridica che appartiene alla nostra Storia.
La foto di Filippo, Presidente di Sezione della Corte d’Appello di Roma, scomparso a fine luglio scorso ricordava quella sbiadita dal tempo e dalla tecnica fotografica della seconda metà del XIX secolo, del mezzo busto sulla copertina della pubblicazione edita nel 2011 dall’Istituto per gli Studi Filosofici con l’Associazione Ex Allievi e dedicata a Pietro Calà Ulloa, ma che risulta evidente nella figura completa della stesso foto in una pagina interna.
Il tema del piccolo tomo, importantissimo nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, era stato opportunamente scelto da Peppino Catenacci con il fido Francesco Maurizio Di Giovine, per approfondire l’argomento-progetto dell’ultimo Presidente del Consiglio dei Ministri in esilio a Roma: non l’Unità d’Italia, ma l’Italia Unita.
Che dire!, e quanto c’è da dire!
Qui però intriga mettere da parte i capitoli colti per parlare del cult che oggi appare sempre di più sui gossip di questi tempi: l’amor profano. Cioè, quello che la goliardia distingue da quello convenzionalmente legittimo “matrimoniale”, religioso o civile. La sposa in abito bianco o no. Anzi, più no che bianco.
Filippo Paone, letterato e indagatore del Diritto, frequentatore e autore egli stesso di libagioni succulenti, che associava il gusto dello spensierato tempo libero, aggraziato dalla simpatia che riscuoteva per l’universo femminile!, all’arguzia e alla
derivazione non menzionata di simpatie riverenti e non.
Il Marchese Pietro Calà Ulloa, già Ministro della Giustizia di Francesco II di Borbone e ideatore dell’Italia Unita, formula politica di una nuova costituzione italiana dopo il 1861, molto apprezzata nella prefazione del tomo da Gerardo Marotta, commento MAI giustamente evidenziato!, nonché da altri studiosi costituzionalisti, aveva avuto, come Filippo Paone, molta attività letteraria alla quale si dedicò con impegno giovanile prima di rivolgersi, da avvocato, agli studi del Diritto, per poi assurgere al più alto livello di Giudice.
In un capitolo della pubblicazione lo storico Gino Doria (di cui più avanti si riporteranno le parole virgoletatte) ha sviluppato la vita dei tre fratelli Ulloa, Pietro, Antonio e Girolamo.
Tutti e tre militari e letterati. Pietro, militare in breve e poi letterato, avvocato, Giudice, Capo di un Governo in esilio; Antonio, militare ma letterato in “Antologia Militare” con il fratello Gerolamo, questi il più militare, con Pepe e Cosenz a Venezia, del quale è degna la segnalazione della sua offerta della sua spada a Francesco II per contrastare nelle Calabrie il “Dittatore” Garibaldi.
Sembra che ne fosse capace!, ma fu duramente osteggiato dal Pianell…..: gli Ex Allievi sono sempre stati come sono oggi…….
Il Doria scrive delle attitudini letterarie di Pietro Ulloa, continuamente dedicato a questa sua predisposizione culturale alla quale si dedicava fin da giovinetto.
Tanto preso dalla cultura che però non lo faceva distogliere dal dedicarsi, o di sfogarsi?, nel suo tempo libero, alla dedizione umana e mortale della passione e delle esperienze sentimentali, dove il sentimento può attendere……, “……..ma anche per un precoce trasporto, non mai dismesso poi, alle tenzoni amorose, non meno leggiadre di quelle poetiche. Non ancora uscito dall’adolescenza, sulla fine del 1818, colpì l’immaginazione di una madame l’Amie, più vecchia di lui di vent’anni (n.d.r.: cioè 36 anni, che confronto del 16enne con la 36enne….!; inoltre, la madama, come scritto in una nota dello stesso Doria, sembra che fosse vedova di un ufficiale francese, tale Lamy, e Re Giuseppe Napoleone, che le fece avere una pensione, era divenuto anche lui un suo “amico”…..) “.
Madame L’Amie lanciò Pietro “nel mondo della galanteria, per un anno egli dovette subire (: sic!) questa passione, che si manifestava in una forma di dispotismo (: ari-sic!);…”, fin tanto che “la Madama” partì verso Parigi.
Ma per il giovane Ulloa non finì qui!
Infatti “si consolò presto con una Maria Antonietta Guarinelli e con una marchesa Malaspina”: ah!, che malaspina la marchesa!
Il Mons. Capecelatro, ben noto allo stesso Benedetto Croce che ne ha dipinto in un suo saggio la passione verso i gatti, avendo un prestigioso gatto della razza D’Angora che non riusciva a far accoppiare, ed avendo “madama la marchesa” un magnifico esemplare di femmina (oltre a lei….anche la gatta….), dopo aver promosso“trattative diplomatiche ……per il gattesco matrimonio”, si affidò, il vegliardo Arcivescovo, a Pietro, che frequentava quei salotti bene.
……..: “bene” i salotti e “bene”, chissà come….., la sua frequentazione,….., per soprintendere “alla delicata operazione”.
Ma si sa, per la Malaspina e per l’Ulloa, “….Da cosa nasce cosa………………considerando il felino accoppiamento, dovettero essere…….trascinati fatalmente al mimetismo” !
Le avventure galanti proseguivano però divennero anche avventuri militari.
Infatti, dopo i consigli di Guglielmo Pepe che osservava, evidentemente, la passione irruente del giovane, Pietro entrò nell’esercito col grado di capitano.
Il Doria scrisse : “senza colpo ferire. Ferì, cioè, qualche cosa: l’onore dello stesso Pepe, rubandogli le grazie della principessa di Colloredo”. E chi l’avrebbe detto, hai visto il povero Pepe………..? Ma poi si ferì davvero, al piede destro, nel marzo del 1821, dopo gli scontri che seguirono quelli di Cittaducale. La Colloredo partì, non è dato sapere verso dove, e l’ Ulloa restò “disoccupato sentimentalmente” ! Però seppe che la Malaspina si trovava vicino a lui, allora la raggiunse e soggiornò, e di giorno e di notte…. , per circa 8 giorni, …., quando, “sazio di amori”……., tornando a Napoli fu arrestato per mancanza dei documenti di riconoscimento necessari.
Quindi, deluso dalla vita militare, tornò alla letteratura. Si sposò, ma conservando il vizio del pelo del lupo, intrecciò relazioni con una signora romana, Zenaide Belloni, già vicinissima, corpo a corpo con tale Saliceti, esperto musicale, al quale si sostituì, sempre corpo a corpo,…….., senza disdegnare altre avventure, che lo portarono a “frequentare” contessa Gaetani, cioè Giustiniana Caracciolo, fino a dover affrontare “vertenze cavalleresche”!
Prosegue l’attività culturale e diventa pure docente nel “Collegio Militare” di Storia e Geografia.
S’interessa di poesia, racconti storici, giornalismo.
“….Non mancano, in questo periodo, nuove avventure :……….., alla rinfusa, le cantanti Catalano e Lewis, la francese Felicité d’Estournel, dalla quale ebbe un figlio, una Teresa Tucci, una Megatti, una Cristina de Simone.”
Bbé, non risultano altre citazioni, salvo la nota a piè pagina in cui si specifica che i nomi delle conoscenze femminili sono quasi cancellate, ma leggibili, nelle note autobiografiche che Pietro Ulloa lasciò ai posteri: grande nobiltà di Marchese vero, per non mettere in piazza i nomi delle signore che frequentò, ma sufficientemente compiaciuto, distintamente Marchese, di fornire dati inconfutabili “delle sue glorie erotiche!”
Glorie che se fossero state un po’ meno intense, probabilmente il suo progetto di “Italia Unita” , l’Italia dei 2 Regni equipollenti, quello borbonico e quello sabaudo, e con il Papa garante degli accordi anche e soprattutto verso i regni europei, avrebbe potuto essere diffuso prima del 1867, quando l’esilio non sarebbe stato definitivo e la sua validazione internazionale avrebbe avuto, forse, un’ultima la possibilità di costruire in extremis un pilastro utile alla causa borbonica.
La giusta causa dei Borbone non svaniva il 13 febbraio del 1861 con l’ultima granata su Gaeta, ma, si potrebbe ipotizzare, visto che la Storia è un continuo supporre…., fra le lenzuola del talamo del nostro Pietro, o di quelle di tante altre alcove, si combatté definitivamente in un complotto subdolo la “Caduta di un Regno” con altre armi.
Quelle della seduzione. Come oggi si parla. Si processa. Si condanna. Dappertutto.
Corpo a corpo.
siminarion