pizzofalconews 6 APR 2017 – VIA CHE VA VIA CHE VIENE

Da: “Annunziato Seminara
Data: 07/Apr/2017 06:21

pizzofalconews 6 APR 2017 – VIA CHE VA VIA CHE VIENE

 

Scrive, Romano Prodi, il 2 aprile su “il Messaggero”, che secondo lui occorre “Rifondare l’Europa cominciando dall’esercito”. In sintesi, prima di vivisezionare l’articolo con maggiore approfondimento, la ripresa dell’economia e delle controversie fra gli stati membri dell’Europa, in specie con la recente querelle che affanna i mercati di questo continente dopo la “Brexit”, debba indirizzarsi verso la “rifondazione dell’Esercito”.

La parola appropriata, che sarebbe “Difesa” e non “Esercito”, è senz’altro un lapsus però non accettabile per un economista-politico che tra l’altro è stato Capo del Governo per due volte.

Il lapsus parte dall’introduzione della definizione “settore della Difesa“  per individuare l’intero comparto istituzionale, poi, credendo di non dover ripetere nel lessico giornalistico la stessa parola, più avanti, parla di “Esercito”. Ma incorre in un errore che può generare interpretazioni non da poco, come qui si ricorderà, a breve, un’altra sortita che riguarda sempre riferimenti tecnici su un’opera pubblica, che ebbe, e forse non finirà di avere, risonanze al fulmicotone. Questo se si analizzano i sostantivi. Poi, parlando di politica e di economia si addentra in un discorso soltanto ideologico: l’Europa per ricomporsi, dovrebbe procedere a due velocità. E vabbé, se ne parla da tempo (ricordiamolo, da oltre 15 anni “Limes” di Lucio Caracciolo, quando la Merkel non c’era ancora). Ma l’esempio parte da un comparto che non è spalmabile politicamente. Viene infatti naturale il riferimento non peregrino, per quanto metafora, di una macchina dove il motore è uno, il pilota, drone o umano, è uno, non quattro oltre le scorte delle ruote di riserva o il numero dei sedili di chi è trasportato. Soldati comandanti potranno comandare soldati declassati a subordine secondo fasce di merito economico dei Paesi di appartenenza?

Se ci fossero i “Bersaglieri europei”, si avrebbero due fanfare?, due passi di corsa?

Certamente il politico saprà rispondere e stigmatizzare questi esempi. Aspettiamo.

Ma così è, forse, nella cultura abbastanza disinvolta che molti esponenti politici che ci rappresentano esprimono nelle loro sortite editoriali. Vie delle idee e vie delle divulgazioni che si svolgono, a volte in salita, a volte in discesa, senza pensare alle curve pericolose delle interpretazioni e degli effetti che determinano. Ancor più gravi quando entrano nel costume del legiferare dei Governi.

Già è stata riportata, su pizzofalcone.it di marzo 2017, la gaffe sul Ponte di Messina (“Affari & Finanza” di “la Repubblica” denunciava idee un po’ avventate del politico Prodi sull’opera pubblica). Ma, ritornando sull’argomento delle stellette nell’Europa multistellare in particolare, come si fa, è da chiedersi, a parlare di velocità diverse dell’Europa e a parlare di un “Esercito Europeo”, comparto Istituzionale per eccellenza efficiente proprio perché gerarchicamente strutturato non per livelli diversi di “velocità” economica ma complanari nell’efficienza tecnico-operativa e delle capacità che esprimono. Altrimenti, avremo due Eserciti?, cioé due “Difese”?, e se si sta esagerando e si vorrà fare un “Esercito” o “Difesa” comune, quale gerarchia si assegnerebbe nel proprio settore fra le posizioni di Comando? Non occorre andare oltre……….., ché bisognerebbe far fare un corso di aggiornamento a chi ne parla dall’esterno, nel mondo della cultura politica ed economica in modo così semplicistico ma, particolarmente, a chi ne è all’interno e diffonde gli stessi ragionamenti.

Solo per la cronaca, della questione fu pubblicato un articolo del 2014 su “Informazioni della Difesa”, che è, guarda caso, un giornale di settore, dal titolo “La difesa dell’economia parte dalla Difesa” (vv. su internet), a firma di uno stravagante Nunzio Seminara. Avventato quel giornale, ma più avventato quell’autore del “pezzo”. Che non era però un “pezzo d’artiglieria”, come dicono quelli che di bombarde ne sanno, ma una semplice e ragionata analisi di cosa si intenda parlare di Difesa in termini di Economia a scala europea, che nell’industria “della e per” la sicurezza sviluppa tecnologie, imprese e capitali. E risorse umane di provata competenza.

Ma la storia dei costumi culturali e propagandisti politici non si esaurisce in questi primi giorni di aprile. A Napoli, sempre in tema di scoppi di guerra, il sindaco in prima linea sui giornali, l’ex magistrato De Magistris, vuole cancellare la Via Cialdini, segno e memoria da abiurare, quella delle bombarde piemontesi contro la nobile Napoli. Forse, e non si può escludere, per recuperare un consenso dei ceti più abbienti e più tradizionalmente colti che storicamente sono affezionati ai Re Borbone. Quando, però, fra quei regnanti, il Re Borbone Ferdinando II venne chiamato “Re Bomba” dopo quel 1948 delle “escursioni” dei suoi cannoni in Sicilia. La Napoli dei Borbone che tanto si celebra meritoriamente per le anticipazioni culturali che seppe esprimere, fu “liberata”, dopo le lotte dei “patrioti” illuministi del 1799, stavolta guarda caso dai piemontesi (ci sarebbe ancora da approfondire, ma questo è, almeno nella cronaca storica di ieri e quella della Napoli e del suo sindaco di oggi), gli stessi che però mandarono Cialdini per far cadere i Borbone. E quei “patrioti” illuministi sono giustamente onorati da quell’Istituto Superiore degli Studi Filosofici assai caro al Sindaco di Napoli. Ma per rivalutare la Napoli borbonica si esaltano da un lato le ragioni di quel 1799 che non la voleva e poi si vuole platealmente cancellare il nome di chi ha poi mandato via quei Re bombaroli che la governavano?
A volte l’amore per i consensi porta a contraddizioni in termini.
Ma le strade in salita possono essere strade in discesa?

Via che va, via che viene.

A Treviso, si dovrebbe cancellare invece la Via Togliatti, una via laterale della Postumia all’altezza di Castagnole, per intitolarla alla Medaglia d’Oro al Valor Militare della Grande Guerra, il Ten. degli Alpini Alessandro Tandura, il primo a lanciarsi col paracadute nelle retrovie austriache (allora i paracadute erano rudimentali: si “saltava” senza sapere “come” si arrivava al suolo…..) per informare e per creare scompiglio, Eroe tra l’altro Papà del Caporale Luigi Tandura, un Nunziatello del corso 1938, anch’Egli Alpino, Giovanissimo Eroe, anch’Egli M.O.V.M. nel 1944.

Bbé, come inizio aprile non c’è male. Tanto sole. Ovvero “sòle” con l’accento?

siminarion