Da: Annunziato Seminara
Data: 14/09/17 18:40 (GMT+01:00)
Oggetto: pizzofalconews 14 SET 2017- Il Comandante Santalamacchia e il disertore “denti di cardu”.
Oggi, 14 settembre 2017. Palmi. ore 08,35.Villa Mazzini, la Villa comunale restituita alla dignità di uno spettacolo di verde e di ringhiera a strapiombo, che si affaccia, sotto-dietro il Sant’Elia verso Scilla e Cariddi.
Nel chiosco, intorno al tavolo di caffè 6 personaggi, e 2 poliziotti in cerca di spigolature storiche. Si parla di Moto Guzzi militari, “Falcone” e “Alce”.
Santalamacchia, Carmelo detto Melo, già Comandante in divisa dell’Esercito, già Professore universitario emerito di filosofia, nel parlare della sua collezione di modelli di Moto Guzzi, ci parla del palmese tale Peppe Saraca, che aveva due sorelle e quattro fratelli, lui e quest’ultimi tutti “brillanti”, sostantivo d’uso convenzionale per gli artiglieri, da qualche quinquennio volato nel cielo di Napoli. Anche gli altri quattro sembra che siano volati in cielo, quasi tutti, si dice, per “morte naturale”, com’è naturale che se il cuore si ferma trattasi di “morte naturale”, così, naturalmente, che sia violenta o pacifica in Calabria non si fa mai distinzione. C’è molto rispetto per la privacy, nella fattispecie nell’ora del trapasso.
Era stato sospeso, il Saraca, da una residenza circondariale per dovere di leva militare. Gli affidarono, a Roma, visto che era un provetto motociclista, il compito di portaordini a cavallo di un Falcone Guzzi.
Era uscito dalla caserma Castro Pretorio per un servizio quel giorno, di tante primavere orsono, nei pressi della vicina Stazione Termini romana.
Incontrò una turista australiana.
Il “dente di cardu”, vezzeggiativo vernacolare per denti superiori in affaccio sul labbro inferiore (n.d.r.: “il cardu” è una pianta con spigolature di ciuffi di spine sparse sul fogliame) sparì dalla circolazione.
Fu ritrovato da due Carrubas fiorentini nella capitale toscana. Aveva raccolto sul sellino posteriore l’australiana gaudente….., fors’anche lui dello stesso avviso…..radioso e gaudente.
Non fu “ri-preso” perché, ante litteram, la donzella non aveva il casco, ma, perché per violata consegna fu dichiarato “disertore” dal Giudice Militare.
Fu tradotto con scorta a Gaeta, a rimirar dalle carceri del castello già borbonico un mare azzurro, quasi come quello viola davanti a noi. Per due anni facendo uno sconto della sommatoria del tempo rimanente nella casa circondariale e la sosta forzata a Gaeta, per poi completare la rimanenza dell’obbligo di leva. Non è dato sapere se lo attendesse ancora quel “Falcone” a Roma, nella Casro Pretorio.
Bene quei due Carrubas che hanno restituito dignità e rispetto alla disciplina militare.
Della turista d’Australia si son perse tracce e trecce.
Grande ovazione per il Santalamacchia, il Melo filosofo Comandante nell’Esercito.
Sorridevano e ridevano con noi i servitori dello Stato senza stellette nella sua Polizia.
Nessuno aggiunse altro.
Era da chiedersi, ma quei due Carrubas appartenevano ad una cronaca passata, in giudicato?
siminarion