Da: Annunziato Seminara
Inviato: Fri, 3 Nov 2017 08:20:40 +0000 (UTC)
Oggetto: pizzfalconews 2 NOV 2017 – La jella
pizzfalconews 2 NOV 2017 – La jella
2 novembre. Da qui ci si aspetta la celebrazione di un Ex Allievo un “certo” Enrico Cosenz ricordato al “cemeterio” romanesco del Verano romano, come da 14 anni i numerosi e occasionali lettori di queste parole si aspetterebbero e si aspetterebbero che si riparli di questo evento nunziatellesco.
Ma forse è “festivico” riferire qualcos’altro.
Fiori, per fortuna, non sulle tombe, ma sui silenzi tombali. Fiori festosi che esaltano le eccellenze degli Ex Allievi della Nunziatella.
Molti che frequentano solo i media a loro più cari alle proprie idee evitano di leggere “RE.it”, quotidiano on line di “la Repubblica”. Dal pc che vi scrive è il primo che si apre di una lunga serie di pagine virtuali di tutti i media. E oggi, dopo le fatidiche ore 04,30 che precedono il primo caffè per poi procedere al footing quotidiano, appare sul piatto schermo la Piramide di Cheope di cui, per l’appunto “RE.it”, descrive la scoperta di ambienti sconosciuti all’interno della montagna di massi di pietra scalettati. Scoperta dovuta a “raggi cosmici”. Leggendo ancora si scrive “particelle muoniche” che, come in una radiografia, riportano la consistenza dei vuoti interni al monumento-tomba del Faraone Egizio.
Particelle muoniche scoperte da un gruppo di Fisici guidati dall’Ex Allievo Ettore Pancini. Quasi da premio Nobel, a detta di chi ne sa tanto e che è del mestiere. Particelle che hanno sezionato il Pizzofalcone di Napoli, lo “scoglio tufaceo” che è la culla dei natali della Città del Golfo. Dove hanno percorso i vuoti che ordinano le cavità ed i percorsi dei sottosuoli di Via Monte di Dio e collaterali, fin sotto il Rosso Maniero, oggi “rosatello”. Che hanno denunciato il salto in basso di s-qualità di un disegno del plotter che ha evitato di descrivere, e poteva farlo anche senza i “muoni”!, le inefficienze e inconsistenze so-strutturali della “città-sotto” della fatidica caserma Bixio, dove la massa postvulcanica millenaria non consente intrusioni disinvolte e, perché no?, gravemente non aggiornate del software che ha guidato i pennini meccanici nel riprodurre disegni impossibili.
Renato Benintendi, denunciò l’indifferenza sulla statura di Pancini a vantaggio delle mutande di Enrico Cosenz (braghe o slip?) o del “motorola” di Guglielmo Pepe, che il roaming locale non lo collegava al “samsung” dell’altro Ex, il barone Giulio Montemayor che l’avvisava del ritardo per tenagliare gli austriaci a causa di un ingorgo forestale imprevisto e che determinò la sconfitta borbonista ad Antrodoco, dalle parti di Cittaducale.
Ci fu una “ripresa di rimessa” di Peppino Catenacci che portò Ettore Pancini alla giusta conoscenza degli Ex Allievi. Oggi, l’ingegno di quell’ennesimo frequentatore delle rossastre mura, accende l’eccellenza scientifica illuminando l’appartenenza fra le schiere di giovani, TUTTI giovani senza quel tempo che non registra il tempo immobile degli Allievi e gli Ex Allievi del Rosso Maniero, che si preparano ad abbracciarsi “plebiscitariamente” davanti al Palazzo Reale borbonico.
Le radiografie muoniche di Pizzofalcone, su pizzofalcone.it non sono lette. Analogia con “RE.it”.
Vero è che, se lo si leggesse, si saprebbe del bianchetto dei pennini dell’udinese di un plotter.
Vero è che la verità fa male, da morire. Dopo, forse, c’è il Purgatorio. Ché all’inferno si va da vivi.
Vero è che, è stato scritto, che agl’Inferi Nunzio Seminara dovrebbe solo che anna’ per il tentato assassinio “fondativo” di Pizzofalcone.
Eppoi vero è che, è stato detto, che agl’Inferia aleggerebbe la sua spinta, perché conclamato jettatore per l’attaccamento al Labaro, da qualsiasi parte provenga, e vero è che, questo è stato detto davanti al busto di Enrico Cosenz (gira che ti rigira si ritorna a lui!).
Vero è che, se il “Nunzio dei Labari” si dà da fare, poi lo si millanta jettatore. Portatore di jella.
Ma l’avesse portata veramente “ ‘sta buona novella” a qualcuno e qualcun’altro!, e dài!
Però, …., però, finché c’è vita c’è speranza.
siminarion