Raffaele Caramazza – di Renato Benintendi 1973/76

Da: Renato Benintend
Inviato: giovedì 14 maggio 2015 14.39
A: Rosario Coraggio
Oggetto: Con foto in allegato Ciao Rosario

 Ricordando Raffaele Caramazza (ex all 19XX-19YY)…Con orgoglio e rimpianto!

1977. Primo anno di ingegneria chimica…Quella mattina mi avevano detto che il Prof. Raffaele Caramazza, titolare della cattedra di chimica generale, non ci sarebbe stato. Un collega del secondo anno mostrava pieno di orgoglio il suo 21/30, e cio’ era stato sufficiente per terrorizzare noi del primo. Quella mattina solo gli assistenti (come si diceva allora)…Invece, smilzo e autorevole nell’ aspetto, Caramazza comparve sulla porta dell’ aula, cio’ che basto’ a fare avere un sussulto alle mie coronarie. Prese posto, guardo’ l’ uditorio che aveva guadagnato opportunamente I posti in fondo all’ aula, quasi una difesa estrema in attesa del verdetto finale. Caramazza sbotto’:”Non ho nessuna lista di precedenza. Chi vuole cominciare?” Alzai la mano, deciso a farla finita subito. La sua interrogazione duro’ 45 minuti e fu perfetta nelle domande e nelle risposte. Mi guardo’ assorto e poi concluse:”Si segga li’, continua con l’ assistente” Quest’ ultimo mi presento’ una reazione redox che sembrava essere stata tradotta in quell’ aula direttamente dalla stele di Rosetta. Un po’ di incertezza e completai correttamente. Raffaele Caramazza e l’ assistente si consultarono per qualche minuto, infine il professore mi disse:” Senta, meriterebbe 29/30, ma le do’ 30/30 perche’ c’e qualcosa in lei che mi dice che non mi fara’ pentire di questa mia decisione.” Lo guardai come si guarda il sole da un tempio greco, lo ringraziai e uscii dall’ aula camminando ad un metro da terra, indeciso sul nome degli dei da assumere.
Passarono circa dieci anni, incontrai il mio anziano Pippo Giannella (1971-1975). Seppi da lui che Raffaele Caramazza era un ex allievo della Nunziatella e che gli aveva goliardicamente detto che non gli avrebbe fatto sconti, ma che anzi da lui avrebbe preteso di piu’.
Un lampo mi attraverso’ la mente, unitamente ad un rimpianto. Il rimpianto di non esserci identificati come ex allievi, il lampo fugace di un pensiero stupendo e impossibile: in qualche modo il vecchio professore aveva sentito dentro di se’ che aveva di fronte a lui un suo piu’ giovane compagno della piu’ prestigiosa scuola d’ Italia. Di questo porto dentro di me un orgoglio assoluto e inscalfibile.