Cercola (NA) 16 marzo 2018: premio “Livatino-Saetta-Costa” edizione 2018 – Antonio D’Amato 1977/80

Ad Antonio D’Amato 1977/80 il premio “Livatino-Saetta-Costa”  edizione 2018.
Nel comitato d’onore Angelo Jannone 1978/81

SEQUESTRO MORO: “NON FURONO SOLO TERRORISTI”. A CERCOLA QUEST’ANNO IL 24°PREMIO LIVATINO.
“Non furono solo terroristi”. Il Generale Antonio Cornacchia era un fiume in piena questa mattina a Cercola, mentre ricordava le indagini in quel lontano 1978. Quarant’anni fa. Lui oggi ne ha 81. Ma lucidamente ricorda e ricostruisce le indagini che gli fecero identificare dopo pochi giorni l’intera colonna romana delle Brigate Rosse, compresi i 4 terroristi che, travestiti da piloti dell’Alitalia in via Fani trucidarono i cinque uomini della scorta di Aldo Moro: l’autista, appuntato dei carabinieri Domenico Ricci (42 anni) il responsabile della sicurezza, maresciallo dei carabinieri Oreste Leonardi (52 anni), gli agenti di scorta con a bordo il cadavere della guardia di P.S. Giulio Rivera (24 anni), il vicebrigadiere di Pubblica sicurezza Francesco Zizzi (30 anni) la guardia di P.S. Raffaele Iozzino, 24 anni.
E’ stato forse il momento più toccante del premio Livatino, alla XXIV edizione che quest’anno si è tenuto a Villa Buonanno di Cercola, nell’hinterland di Napoli.
E mentre terroristi come Mario Moretti, il capo della colonna romana, l’organizzatore del sequestro di Moro, sono in semilibertà, come ha ricordato anche Amerigo Fusco, comandante del carcere di Opera, uno dei premiati di quest’anno, i familiari dei carabinieri e degli agenti uccisi, vivono in silenzio da anni il loro dolore.
E proprio riferendosi a Moretti, il Generale Cornacchia ricorda con sorpresa che il 29 marzo 1978 il giudice Domenico Sica (che sarebbe poi stato SuperPrefetto Antimafia nella Palermo dei primi anni ’90), “dimenticò” di inserirlo nei mandati di cattura, permettendogli così di organizzare la latitanza durata diversi anni. Come mai, si domanda il Generale Cornacchia?
Lo Stato forse non era stato solo determinato nella sua decisione di non scendere a patti con i terroristi, non solo Moro non doveva essere liberato, come a Cornacchia fu confermato da un boss della Ndrangheta che aveva come avvocato l’allora Presidente Leone, ma forse quel sequestro non fu solo opera ed iniziativa dei terroristi.
Del Comitato d’Onore Livatino- Saetta – Costa dal nome di 3 dei molti magistrati trucidati dalla mafia, costituito oltre che dal suo Presidente, il prof. Attilio Cavallaro, che ha ricordato di aver incontrato in questi anni oltre 54mila giovani delle scuole, fanno parte diversi nomi noti, tra cui l’ex Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, l’ex Colonnello del Ros Angelo Jannone, il Procuratore Generale di Brescia, Pierluigi Dell’Osso, Claudia Salvestrini, direttore generale del Polieco (Consorzio Nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene), che da anni si batte contro le ecomafie mondiali.
Molti i premiati di questa mattina tra cui Antonio d’Amato, Procuratore aggiunto della Repubblica di S. M. Capua Vetere, il dirigente della squadra mobile di Napoli (premiato proprio dal suo vecchio amico Colonnello Jannone) Luigi Rinella, ma anche giornalisti, insegnanti e sinanche imprenditori che hanno avuto il coraggio di denunciare il pizzo.
“Perché questi sono gli uomini d’onore” come ha ricordato il Presidente del Comitato. “I mafiosi e chi uccide sono solo vigliacchi uomini del disonore”.
Alessandro Amitrano