Da: Annunziato Seminara
Data:21/02/2016 16:36 (GMT+01:00)
Oggetto: pizzofalconews 21 FEB 2016. PERCHE’ ROSSO E’ IL MUSCHIO
pizzfalconews 21 FEB 2016 – PERCHE’ ROSSO E’ IL MUSCHIO
A Perugia, al numero 133 di Corso Cavour. Comando Legione Carrubas.
Bella gente nella sala con volta a botte affrescata sopra. Noi, la ggggente, raffrescata sotto. dai sorrisi e dai “come ti si vede, da dove vieni, chi sei?, ecceterunque nobis vobisque”.
Era ora di andare a sentire “l’odore del muschio”, dopo voci eteree nel virtuale e cellulari impazziti, ma editorialmente stangamente riservati. Ironia del tempo: celebrazioni di ammiccamenti all’Eco di Umberto proprio il giorno della sua dipartita. Romanzo che benintende, il Benintendi, declamare freneticamente fra storie di affetti e nostalgie, proprio col colore “….della rosa”, quel muschio che non è “bianco”, ma, come afferma, è rosso come la rosa.
La rosa di Eco?, il rosso del Maniero vicino a Villa Ebe sul Monte Echia del Pizzofalcone?
O gli occhi sommessi dell’Irene discreta e immanente che aleggia riservata ma preminente nella copertina?
La molecola dell’adrenalina, se esiste, quella che inutilmente rincorre Vittorio Sgarbi, rincorreva invece Renato che parlava, no, correva sulle pagine del suo racconto insieme a immagini riprodotte in successione su un grande schermo.
Tratti di poesia, come il moderatore Concina, quasi un frate energico, energico………… l’Antonio di Orvieto, al centro di un imponente tavolo fratino, un fratone!, fra Renato il Benintendi e Antonio l’Editore Stango, tre frati ed un fratone, tutt’e tre fratelli di quella cricca di “ quei ragazzi di Mezzocannone”, altro che la Panisperna via romana!: a Napoli erano, e siamo e saremo ancora, FISICI, VERI FISICI, anche se non tutti….., non quei romani là, che facevano la fisica!: la vera fisica si fa con i veri fisici!
Già, riprendendo l’arguto lettore Concina, versi poetici che forse sono il vero senso di un racconto, che racconto non proprio è, perché è vita vissuta, fra il sentire “dentro” e il dirlo con sentimento, il ricordo degli anni fra le frenesie adolescenziali e quelle del turbinìo del mestiere nel lavoro professionale, quelle del mestiere della vita. Senza non accennare all’origine dell’Africa Orientale, abbastanza nostalgica di eroi coloniali e miti colorati, ….., quelli di belle faccette della Storia Italica. Quasi quasi, con i tempi che viviamo, meglio sarebbe dire di un’origine “dell’Asia Occidentale”, almeno sarebbe più misteriosa, di fruscii di veli e di turbanti sparsi negli harem. Suoni e immagini molto consoni al bel René.
Non marginale la citazione di Adso, il giovane Frate novizio.Cappellone (…..) accanto a 007, Sean Connery che, novello Eduardo Battista con barba (…..), il Frate Guglielmo, con il quale raggiunge Frate Yorge, senza somiglianze….., l’avvelenatore incendiario del Convento del romanzo cult di Eco, luogo di eresie troppo avventate e di risate peccatrici: altro che colore bianco del muschio, è il colore rosso del muschio, neanche tanto quello della rosa di Eco, ma quello del Maniero della NOSTRA ECO, “l’eco del core”, che da Pizzofalcone rincorriamo, più forte e più veloce della molecola d’adrenalina per rituffarci nei ricordi dell’ “attimo fuggente” dei nostri anni e nella vita che verrà. Nella vita della città “assorbente” di Napoli fino a quella del compiacimento dei sorrisi di ieri, un po’ smorzati dalle cotiche sbollentate troppo assai, fra i fagioli di piatti ristoratori della trattoria finale, liberatrice della sosta dopo la tempesta delle parole di Renato.
Il saluto del padrone di casa, Roberto Ripollino, ci ha affrancato da quei minuti trascorsi, sempre caldi dell’affetto umbro, privo di sovrastutture. Noi, sotto la struttura della volta affrescata “a botte” di quella sala. Che è l’ex Chiesa della Santa Maria Maddalena. La Santa peccatrice. Sobrietà di presenze serene, le nostre. Per niente peccatrici. Manco fossero di Ex Allievi!
siminarion