Da: Annunziato Seminara
Inviato: Sun, 22 May 2016 05:40:14 +0000 (UTC)
A: Coraggio Rosario
Oggetto: pizzoflash 21 MAG 2016 – Vittorio Di Pace, Luigi Calcagno, Gaudenzio Campanella.
pizzoflash 21 MAG 2016 – Vittorio Di Pace, Luigi Calcagno, Gaudenzio Campanella.
Veramente non è detto che questo messaggio sia da pizzoflash o da pizzostory.
Nell’incertezza, va bene così.
Vittorio Di Pace, corso 1919, il 21 maggio di tre anni fa ci lasciava il suo zaino
105 anni, 11 mesi, 10 giorni.
Architetto, diceva, di Oscar Niemeyer, celeberrimo architetto Brasileiro, nato 6 mesi dopo di lui, che era “isso è nu’ guagliune “. Il Niemeyer se ne andò “via” quasi 6 mesi prima di lui, il 5 dicembre 2012. Vittorio fu l’Ultimo più anziano Architetto del Mondo. Quasi vicino a Quello fra le nuvole. Ma Lui le disegnava. A mano libera!
Luigi Calcagno, corso 1922, Generale e già decano della Sezione Campanara, quella di Napoli, Padre di Riccardo Paolo, corso 1958, lo stesso corso, ma và?, di Orti’S-andro, e Padre di Marco, uno che corre ai Pratoni del Vivaro, non proprio lui, perché fa correre i cavalli sotto di lui, in percorsi “di completo”, fra arbusti, tronchi d’albero e ostacoli fissi.
Gaudenzio Campanella, corso 1932, Generale, e poi, in borghese, “militante” con toga nei Tribunali, fino alla Cassazione, la celeberrima Suprema Corte della bella Piazza romana di Camillo Benso, conte di Cavour.
Vittorio Di Pace. Lo ricordo con devozione ed umiltà che ancora mi prendono.
Perché. Perché quando ne conobbi “l’esistenza” nei nostri comunicati-historici (leggete bene, ché qualche buontempone obliquo ama ripetere “isterici”), da pettegolo architetto ero un po’ critico verso alcune immagini molto classiche dei suoi lavori napoletani.
Lo conobbi meglio nei suoi lavori presentati all’ONU quando aveva 102 anni; “lessi” i suoi progetti di trasformazione urbana a Piazza Plebiscito e a Piazza Dante: mi sentìì umiliato fortemente. Come, quando andai a visitarlo a Perugia, mi chiese di vedere un lavoro che avevo fatto in quella città, camminava per i corridoi e le stanze del casale restituito alla vita di città, toccando con le mani superfici e stipiti, per sincerarsi che fossero marmi o legni nei particolari. Mi disse che Lui, diffidente verso i Cappelloni-architetti, doveva ricredersi.
E che gli avevo, così, insegnato qualcosa.
Apriti cielo di quanto mi sentii…., come dicono i francesi?, “merd” !
Non ho MAI parlato di questa cosa, c’era con me un altro Ex Allievo.
Il 7 maggio di tre anni fa, risposi al telefono, era Lui, mi disse “….comme staje ?”.
Lui chiedeva come stessi.
14 giorni dopo la ultima notizia di Lui.
Il 7 maggio c’è stato un Consiglio Nazionale. Preferii non ricordare quel giorno di tre anni fa. Oggi sono ancor più convinto che feci bene.
Luigi Calcagno, un gruppetto di noi, laziali, nel sapere che viveva a Nettuno, rimandavamo sempre di andare a trovarlo. Poco dopo i 101 anni la ferale notizia.
Istantaneamente comunicata a Napoli.
Un’immagine riportata dal Figlio Marco fu devastante nel riconoscere il garbo, l’affetto, la serenità di un ANZIANO, ancor più NON Divino, come dicevamo e forse, forse….., come dicono tuttora nelle “rossastre mura”, ma DIVINISSIMO. Ed alcuni Suoi versi sui cavalli, era stato anche Comandante di Artiglieria a Cavallo. Da qui la Sua passione per l’arte: equestre, ripresa senz’altro dal figlio Marco. Forse quei versi sapevano un po’ di metafora, accostando armi, ferri e fucili al gesto nobile. Ma a me le metafore, QUANDO E’ IL CUORE CHE LE COMANDA !, PIACCIONO.
Gaudenzio Campanella. Non ne sapevamo l’esistenza. Cioè non sapevamo che c’era uno di noi alla sua età 100enaria!
Il Suo zaino è di circa un mese fa. Passando dalle armi alla vita, nell’ultima udienza presso la Suprema Corte, chiese al Giudice sul “trono”,…., delle Sentenze,….., se poteva restare seduto nella sua srringa. Ebbe il consenso, anzi, “ne ebbe facoltà”!,….
Il Suo cliente ebbe ragione nel Giudizio, Lui vinse la causa. L’ultima causa in vita, dove fu la Sua ultima di vita in Terra. Ma certamente, davanti all’Altro Giudice, abbastanza più sù di quell’ultimo in Terra, con la toga ed il berretto di Generale, si può essere certi che ha vinto pure là. Sull’attenti. Ma vincente!
Vittorio Di Pace?, quanti non lo conoscono?, quanti sanno che a Napoli, in Via dei Mille, aveva una casa al 3° piano senza ascensore?, quanti sanno che a Perugia, dove aveva una abitazione, era al 4° piano senza ascensore, percorse quelle scale con me appoggiandosi solo al corrimano, all’etù di 104 anni? In quanti hanno letto la storia della Sua vita?
Esequie nobilissime nella Nostra Chiesa. Era, infatti, di Napoli.
Luigi Calcagno?, nessuno alla Sua riverenza davanti a Dio. Inosservata e s-comunicata, se non quella del solito “polemista” di Seminara (alla largaaaa!!!!).
Tra l’altro MAI alcuna comunicazione che fosse ufficialmente Decano degli Ex Allievi. Solo una richiesta email del solito innominabile polemista anzi detto alla quale nessuna risposta fu data mai.
Gaudenzio Campanella, abitava a circa 300 metri da casa mia. E nel “giro di 1 km. ci sono “appena” 3 Ex Allievi oltre me! Decano naturale, ma innaturale perché sconosciuto ai più, cioè a tutti, tranne uno senz’altro, quello che ce l’ha comunicato (nome sotto censura copyright di questa redazione volante che non intende violare il segreto di stampa, per educazione e per legge sulla privacy).
Quanto avrebbe arricchito una Sua frequentazione di ricordi e di immagini! Solo l’ultima notizia del Suo ultimo viaggio appena il giorno prima. E’ questo un modo di dirci le cose?, solo quelle di tagli, ritagli e frattaglie? Chi governa la RAI?
Eh!, quando la comunicazione s-comunica!
Oggi ve li propongo, QUESTI DI NOI, come atto, non solo di umiltà e di sottomissione, ma come ATTO DI FEDE , OBBLIGO, verso che è stato Cappellone prima di noi, NON CENTENARI D’ANNI MA DI PRIMAVERE!, non solo educazione, CHE’ QUELLA MANCA DAPPERTUTTO, , ma un DOVERE.
Come quello di cui ci sbrodoliamo quando parliamo persino di Statuto Associativo: il famoso e “saltato” articolo 2.
Anche e soprattutto nel rispetto verso i Cappelloni di oggi e di quelli che saranno. Se vogliamo essere, come diciamo e come forse tante volte non siamo, testimoni di una Storia diversa dalle altre.
E…..diciamolo che lo diciamo,
soltanto!
siminarion