IL PIOMBO – Renato Benintendi 1973/76

Renato Benintendi
Facebook  24.10.2020

IL PIOMBO

Sara’ stata la tentazione di sfuggire alle angherie di una classe indisciplinata ad avermi spinto, capoclasse cappellone, a rifugiarmi nel paradiso artificiale delle Marlboro di Don Salvatore, il Figaro della Scuola. Sta di fatto che fui per questo iniziato ai sacri misteri della piu’ ermetica formula semantica della Nunziatella degli ultimi cento anni: IL PIOMBO. Non vi era e probabilmente non vi e’ sigla o codice verbale piu’ vincolante e garantente di questa parola pronunciata come per sugellare un incantesimo, non appena l’incauto fumatore portava alle labbra la sigaretta appena estratta dal pacchetto biancorosso con bollino blu: “Piombo!”. Piu’ forte di una clausola, piu’ formale di un contratto, piu’ definitivo di una sentenza, questo metallico fonema trasse probabilmente la sua alchemica origine dalla sigillatura che con il piombo si effettuava a saldare irreversibilmente due o piu’ oggetti. Ma dal mozzicone prenotato e mai rifiutato, tale termine divenne presto verbo, sacramento, procedura di prelazione, prenotazione, usucapione. Lungo i tre o quattro anni piombavamo posti a sedere nei teatri, strapuntini sugli autobus, sino alle amiche della ragazza di turno e la vivanda sopravanzata a mensa alla turnazione del vassoio ovale. Eppure, guardando indietro, mi accorgo che questa semplice, sconosciuta ai piu’, umile e traslata parola non ha mai lasciato le mie orecchie e la mia mente, collocata in uno spazio speciale del vocabolario della mia esistenza, a saldare per sempre quel sodalizio di amicizia fraterna ed idealita’ che il mozzicone piombato da capoclasse aveva iniziato a cementare nella mia vita di sedicenne…!

il piombo_Renato Benintendi