Da: Annunziato Seminara
Data: 03/Gen/2016 20:26
aprite se vi interesserà,
ma credo che vi interesserà
speriamo nel nuovo
annunziato
http://www.nunziatella1787.eu/images/postbyemail/pizzofalcone%20nr%2001.pdf
Da: Annunziato Seminara
Data: 03/Gen/2016 20:26
aprite se vi interesserà,
ma credo che vi interesserà
speriamo nel nuovo
annunziato
http://www.nunziatella1787.eu/images/postbyemail/pizzofalcone%20nr%2001.pdf
Da: Annunziato Seminara
Data:18/12/2015 07:18 (GMT+01:00)
Oggetto: pizzoflash 18 DIC 2015 – LAGUNARI NATALIZI CON GIGI CHIAPPERINI
pizzoflash 18 DIC 2015 – LAGUNARI NATALIZI CON GIGI CHIAPPERINI
L’altro ieri sera, al Gran Buffet “della PIO IX”, nel Viale Castro Pretorio romano, c’è stato il rituale incontro di fine anno dei Lagunari romani.
Gran Visir il Segretario lazzzziale dell’Associazione Lagunari, Simone Pallotta.
Grad’empatia, more solito.
Vado al sodo (niente uova sode: le fresche erano riservate quella sera al Garcia della Roma, in bassa fortuna per le spezie de “La Spezia” all’Olimpico), perciò vi comunico che il Nostro Gigi Chiapperini, corso ’78 – ’81, ha messo nell’armadio la divisa reale per indossare quella virtuale dell’Ex Generale in servizio.
Ma sembra che diventerà “in servizio Generale” per noi, quelli dei Valori, partendo dalla Presidenza dell’Associazione Nazionale Lagunari.
In carrierissima è stato costretto a lasciare: qualche fastidio di troppo dovuto ai tuoini ed agli scoppiettii delle “missioni fuori area”, la guerra, quella vera che si fa….!
Non si riporta la sua commozione.
Chè mi ha coinvolto assai.
Sarà però, com’anzi riferito, che sarà sempre “al servizio dei Valori”.
Un altro Nostro Presidente Nazionale di Associazione dopo Gianni Fantini (c. 59-64), PresNazionalParà.
In verità ancora non è stato nominato.
Ma sembra che ci sia un solo candidato.
Lui.
Bbé, è un po’ difficile arrivare secondo!
Del resto, nel saluto vibrante e commosso, ha rivolto orgoglio d’amore per i Suoi Lagunari e per la Brigata Bersaglieri Garibaldi, tutti guidati non all’enfasi del dirsi o farci dire “Comandante”, perché COMANDANTE lo è stato, riconosciuto da più dei più!
Sarà il neo Presidente dei Lagunari?
GIGGETTO NOSTRO lo sa proprio dai Bersaglieri. Chè, nonostante le loro stramperie scintillanti e appassionatamente svariate, conoscono bene l’aritmetica e l’avvicendarsi dei numeri meglio di TUTTI !
Come gridano nei motti dei Loro Reggimenti:
“Nulli Secundus, Ictu Impetuque Primus”
siminarion
Da: Annunziato Seminara
Data:02/12/2015 21:44 (GMT+01:00)
Oggetto: pizzofalconews 1 DIC 2015 . Conte Ottavio
pizzofalconews 1 DIC 2015 . Conte Ottavio
oggi le esequie di Ottavio Maria Rolando Ricci.
Sapevo che era un Signore. E chi lo ha conosciuto lo sapeva.
Non che fosse “Conte”.
La Figlia, lacrimando, mi ha detto che
sapeva di questa sua discrezione,
e che non poteva non farlo sapere “dopo”.
Sono state lette le parole scritte da un’amica
di Ottavio che risiede all’estero: era però certa che fossimo lì,
consapevole del suo attaccamento alla Nostra Nunziatella,
della quale parlava sempre e ovunque,
delle tante storie e delle camerate che l’hanno visto crescere.
Come è stato per tutti noi.
C’erano i compagni di corso, Gaetano Schinco che ha letto la Nostra Preghiera
e Carlo Belleci che presenziava accanto al Labaro,
quello della Scuola Militare di Roma, Alfiere Paolo Ballerini.
Francesco Fedi fra gli scranni, del corso successivo,
assorto e anche lui visibilmente un po’ triste.
E il Labaro di Palazzo Salviati. Lo volle portare a Cittaducale,
nel marzo del 2012, durante la cerimonia che ricordava la battaglia di Nesta.
Era stato un suo diritto che ci fosse.
Ciao,
Conte Ottavio
siminarion
Da: Annunziato Seminara
Data:07/11/2015 06:34 (GMT+01:00)
Oggetto: 7 NOV 2003 . OGGI DI IERI
da internet la locandina di 12 anni fa
a.
Da: Annunziato Seminara
Data:08/11/2015 06:10 (GMT+01:00)
pizzostory 8 nov 2015 – I SIMONI. E i Figli di Papà
Gastone Simoni, Cavaliere Parà, educato in un “Collegio Militare”,
quello di Roma a Palazzo Salviati, come lo fu Alberto Bechi di Luserna,
anch’Egli Cavaliere e Parà, che invece conobbe sia il cancello della romana Via della Lungara, prima di quel portone, sia quell’altro portone in fondo alla Via Parisi di Pizzofalcone a Napoli, quello del Rosso Maniero.
Entrambi Medaglia d’Oro al valor Militare, nella Seconda Guerra Mondiale, dopo la Prima.
Come i Papà, Simone, già quadriMedagliato d’Argento nella ’15-’18 e poi d’Oro alle Fosse Ardeatine e Giulio Bechi, l’altro dell’Oro del 30 agosto del 1917 nella Prima Grande Guerra.
Continuità del tempo.
E di pensieri.
siminarion
Da: “Annunziato Seminara”
Data: 05/Nov/2015 21:56
Oggetto: pizzoflash 5 NOV 2015 – LUIGI CALCAGNO. POCHE PAROLE TROPPE
pizzoflash 5 NOV 2015 – LUIGI CALCAGNO. POCHE PAROLE TROPPE
Nettuno, Chiesa San Giovanni, ore 12.00.
Ultimo saluto a Luigi Calcagno.
Artigliere a Cavallo, in riserva Generale di Corpo d’Armata. Corso 1929 – 32.
Il 20 febbraio prossimo avrebbe compiuto 103 anni^
Il più longevo di noi, fino a sei giorni fa. O meglio il meno giovane, cioè il Decano.
Di tutti.
Padre di Riccardo Paolo, corso 1958 – 61 e di Marco, corso 1976 – 79.
Marco ha letto la poesia composta dal Padre, la preferita,
di poche parole, troppe:
“…………il cannone, un cavallo, la sciabola, la sella
E l’avvenire in tutto il suo splendore!
Dove sei gioventù, stagione bella!
Il tempo passa macinando l’ore
E ci ha rubato lavoro
Figura snella!
Lo sguardo chiaro!,
l’impeto!, l’ardore!
Tutto passa e tutto si cancella!,
ma non si può scordare il primo amore……
il cannone, un cavallo, la sciabola, la sella……………”
……………………………..
siminarion
Da: Annunziato Seminara
Data:03/11/2015 13:07 (GMT+01:00)
Oggetto: : Alberto Pollio
Ieri, dopo la cerimonia di posa della corona alla tomba di Enrico Cosenz, Paolo Paolo Ballerini, ex Allievo corso 1959, dopo pulizia effettuate, come più volte comunicato, settimane scorse, ha portato una pianta davanti alla tomba-monumento di Alberto Pollio: un pensiero….un ricordo
Annunziatamente
Da: Annunziato Seminara
Data: 01/Ott/2015 06:02
Oggetto: pizzostory 1 OTT 2015 – Luigi Chatrian. Etica a metà
pizzostory 1 OTT 2015 – Luigi Chatrian. Etica a metà
ATTI PARLAMENTARI,
seduta del 22 settembre 1948
“ Il sottoscritto chiede d’interrogare il Ministro
della Difesa, per conoscere se risponda
a verità che, in contrasto cogli effettivi interessi
dell’Istituto, coi sentimenti della popolazione
napoletana, colla tradizione, si avrebbe
in animo di allontanare da Napoli il liceo convitto
Nunziatella (già scuola militare),
che , ininterrottamente, per 161 anni, sempre
nella stessa ,sede, la città di Napoli ha ospitato
e che essa considera parte integrante della
propria vita.
CHATRIAN “
Così interveniva l’On. Luigi Chatrian, già Comandante del 9° Rgt. Alpini nel 1935 e poi della Nunziatella dal 1937 al 1940, il Colonnello che accolse Re Vittorio Emanuele III nella celebrazione del 150° anno della fondazione dell’allora Collegio Militare di Napoli.
Nel 1951 il Gen. Chatrian, che era stato nei primi anni della guerra Comandante a Napoli del X° CO.MIL.TER., fondò la Sezione dell’Associazione Alpini di Ananapoli. Perché a Napoli: infatti, se nessuno la sa, gli Alpini nacquero proprio nel Palazzo Reale di Napoli con decreto costitutivo del Corpo firmato dal Re Vittorio Emanuele II il 15 Ottobre 1872.
Laureato in giurisprudenza. Dal 1945 fu sottosegretario di Stato con Bonomi, Parri e De Gasperi. Fu eletto nella Commissione Costituente. Rieletto nel 1948, venne nominato presidente della Commissione Difesa. Alla fine della legislatura si ritirò a vita privata.
La città di Aosta lo ricorda per avergli intitolato una strada.
Apriamo l’altra metà della finestra nell’anno buio dell’Italia del 1943. Chatrian era Comandante della 227° Divisione di fanteria con sede in Calabria, a Castrovillari. Fra il 2 ed il 4 settembre inizia la risalita degli Alleati verso lo stivale. Altro che Garibaldini! Ad Acquappesa, nei pressi di Cosenza, era stanziato il 76° battaglione del 141° Rgt costiera, comandato dal Col. Ambrogi.
Un gruppetto di 19 fanti, venuti a conoscenza dell’invasione come già si era diffusa la notizia fra la popolazione, preoccupati per l’imminente scontro fatale, si allontanano dalla posizione assegnata. Diventano, cioè, disertori secondo il Regolamento di Disciplina. Di questi, cinque militari rallentano il passo e manifestano l’intenzione di tornare indietro. Forse per tornare a casa, verso sud! Ironia della diserzione si direbbe, perché sarebbero andati proprio verso gli “invasori” che salivano da Reggio Calabria e da Bagnara e di lì a poco da Nicotera e Pizzo, ancora più a nord. I 5 “indecisi” erano tutti del territorio di Gioia Tauro, la Piana di Palmi: Salvatore De Giorgio di Cittanova, Francesco Rovere di Polistena, Francesco Trimarchi di Cinquefrondi, Saverio Forgione di San Eufemia d’Aspromonte e Michele Bonelli di Sinopoli. La sera del 5 settembre i soldati vengono fermati e catturati dai loro stessi commilitoni e segregati nella piccola cappella del cimitero locale. Il Col. Ambrogi, secondo Regolamento, intendeva passarli per le armi, persino senza processo, forse perché pressato da quei momenti concitati e tragici che pesavano sulla storia di quei giorni. Proteste degli abitanti del piccolo paese, dove la notizia circolò prontamente. Mediazione vana del Parroco che si reca a Castrovillari al comando di brigata. Il Gen. Chatrian sembra che fosse titubante, ma certamente non poteva non aver riconosciuto, si disse, la voce di Badoglio che proclamava l’armistizio, e quel mercoledì del fatale 8 settembre insistette perentoriamente nell’ordine perentorio della fucilazione, intimando al Col. Ambrogi gravi conseguenze se non avesse ubbidito. I 5 furono fucilati dietro il cimitero.
Erano circa le 23,00, quando l’armistizio fu proclamato alle 19,45!
La vedova di Salvatore De Giorgio ricorse per riscattare l’onore di un figlioletto che sarebbe cresciuto con l’onta di un Padre disertore. Negli anni ’50, dopo una pratica lunga, triste e penosa, la Corte dei Conti le concesse la pensione di guerra per il marito a decorrere dal 1 agosto 1946. La Corte definì “un atto illegale e grave” la morte del marito e attribuì la sua morte a “cause dipendenti da servizio di guerra”.
Prima ancora il Col. Ambrogi fu condannato a 8 anni di pena, ma usufruì dell’amnistia (decreto Togliatti).
Il Gen. Chatrian, che nel frattempo era diventato Sottosegretario di Bonomi, evitò il processo a suo carico perché era un uomo di Stato.
Nel 1947 il Tribunale Militare prosciolse gli altri 14 soldati che si erano “assentati” quel 5 settembre con quei disgraziati che invece furono passati per le armi.
Di Chatrian si scrisse che si batté per l’autonomia della Valle d’Aosta appoggiando le posizioni di Federico Chabod. Ma recentemente la scoperta di un ricercatore di storia (Andrea Désandré) rivela che in uno scritto autografo il Generale sconsigliò al Sottosegretario di Stato Giuseppe Spataro di inviare proprio Chabod a Berna come Ministro Plenipotenziario, perché pur essendogli amico, non si potevano eludere gli interessi di partito che certamente non collimavano, nella Svizzera delle autonomie dei Cantoni, con le spinte indipendentiste valdostane che erano una bandiera sia dello stesso Chatrian sia dello Chabod.
Molto strano. Cioè, non si può non pensare che si possa cambiare in poche ore il fronte della guerra: ovvero che fino poche ore dopo di quel tragico 8 settembre si sia inflessibili nella condotta di Comando in un esercito che combatteva da una parte e subito dopo si possa diventare personaggio politico di spicco di quella parte che non condivideva quella scelta del fronte.
Così pure, non risultando niente in proposito, è difficile apprezzare la dignità di un soldato che non rinuncia ai benefici politici raggiunti per non assumersi le responsabilità del ruolo di Comandante in sostegno al Col. Ambrogi che ha eseguito quegli ordini sotto l’intimidazione di gravi conseguenze.
Com’è difficile avere la mente serena quando si guarda alla Storia Patria di quei giorni, serena e senza pregiudizi.
Non gratifica molto che in quegli stessi anni dell’immediato dopoguerra, fra gli atti parlamentari emergano quelle parole in difesa della Nostra Nunziatella.
Ben altre dignità hanno espresso nel Rosso Maniero gli anni successivi ai fatti qui descritti. Dagli Alpini Adolfo Rivoir e Franco Magnani, al Bersagliere Bernardino Grimaldi di Crotone e al Fante Annibale Gualdi.
E qui piace menzionare anche l’ultimo Alpino, Dante Zampa.
Un artista napoletano, Enzo Avitabile, cantautore magnifico della Napoli di questi anni, in un film che parla della sua vita, davanti ad una finestra aperta a metà in un vicolo vicino ai luoghi della sua infanzia, indicò la signora che sempre vedeva un po’ defilata e che chiamava “mezza signora”.
Nel film, la signora scende nel vicolo e abbraccia sorridendo Enzo.
Dietro la “mezza finestra” della dignità di un uomo, dell’onore di un soldato, c’è sempre una metà che tante volte non riusciamo a vedere. O peggio, che non vogliamo vedere.
Con tanta amarezza.
siminarion
Da: Annunziato Seminara
Data:28/08/2015 21:08 (GMT+01:00)
pizzofalconews 28 AGO 2015 – I NOSTRI PROFUGHI DEPORTATI
NON ERA IERI ? :
il goriziano BARESI Silvano, avvocato nato a GRADO il 25 marzo 1914 e scomparso il 3 maggio 1991 ed e letto nel collegio UDINE il 24 aprile 1948
Nella I Legislatura della nostra Repubblicaelezione convalidata il 4 giugno 1948,
iscritto al gruppo parlamentare Democratico Cristiano, così intervenne in una interrogazione parlamentare il 14 settembre di quel difficile 1948,
quando a noi toccava parlare dei nostri profughi…..,
quando i profughi nostri non erano in fuga ma erano stati deportati….,
quando “le ragioni procedurali”, anche allora!, non si riusciva a distinguere le nazionalità dei….“profughi”.
Che poi, in verità, erano deportati…..
BARESI. – Al Ministro degli affari esteri.
“Per sapere quanto è stato fatto dal Governo
perché la Jugoslavia rilasci i cittadini
italiani deportati dalla Venezia Giulia nel
maggio del 1945 e se sono tuttora in corso
delle trattative in tale senso.”
“In particolar modo l’interrogante prega
il Ministro di voler dire a quale punto siano
giunte le pratiche per lo scambio di jugoslavi
condannati in Italia con italiani condannati
in Jugoslavia, a seguito dei recenti atti di
clemenza concessi dall’una e dall’altra
parte .”
Risposta :
“I1 problema dei cittadini
italiani detenuti in Jugoslavia, ha formato
oggetto di costante interessamento da parte
del Governo italiano, svolto pel tramite delle
Autorità Alleate prima della ripresa delle relazioni
con la Jugoslavia e quindi attraverso
la nostra Legazione a Belgrado, è stato avviato
ad una soluzione con l’accordo concluso
il 7 aprile col Governo jugoslavo per il con-.
dono ed il rimpatrio dei cittadini italiani detenuti
in Jugoslavia e jugoslavi detenuti in
Italia.
Secondo quanto è stato fatto presente dal
Governo di Belgrado, tutti i cittadini italiani
tuttora trattenuti in Jugoslavia sarebbero, infatti
stati sottoposti a processo e condannati
per motivi vari. Grazie al condono elargito dal
Governo jugoslavo, questi nostri connazionali,
condannati da qualsiasi tribunale, civile o
militare, a qualsiasi pena verranno liberati
e rimpatriati.”
“Lo scambio delle persone condonate non
ha ancora avuto inizio per ragioni procedurali
e per il ritardo causato dalla necessità di
accertare le definitiva nazionalità delle persone
che, a termini del Trattato di Pace, hanno
diritto ad optare per la cittadinanza italiana
o per quella Jugoslavia. “
“Peraltro è stato
testé comunicato dal Governo jugoslavo che
un primo gruppo di cittadini italiani confinati
verrà rimpatriato tra pochi giorni e che
altri gruppi seguiranno entro breve termine.
I1 condono, tuttavia, non comprende tutti
gli italiani deportati dalla Venezia Giulia
‘nel 1945, perché le persone appartenenti al
territorio libero di Trieste, per essere soggette
alla giurisdizione del Governo Militare
Alleato, non hanno potuto beneficiare dell’accordo
di reciprocità italo-jugoslavo. I1 Governo
italiano e quello jugoslavo hanno manifestato
la loro buona disposizione a concordare
con le Autorità del territorio libero
l’emanazione di analoghi provvedimenti; ed
il Governo italiano non ha mancato di prospettare
a quelle Autorità l’interesse che annette
ad una favorevole soluzione di questo
doloroso problema.”
Il Ministro
SFORZA