pizzostory 19 OTT 2018 – Il cambiamento che non cambia l’uso della Storia.

Da: Annunziato Seminara
Data: 20/10/18 07:02 (GMT+01:00)
Oggetto: pizzostory 19 OTT 2018 – Il cambiamento che non cambia l’uso della Storia.

pizzostory 19 OTT 2018 – Il cambiamento che non cambia l’uso della Storia.

Leggo che sotto la targa che dedica una strada, non so neanche dove, al gen. V. Magliocco da Palermo, M.O.V.M., già pluridecorato d’Argento e Bronzo, qualche sprovveduto ha posto immagini inneggianti a sconcezze di una guerra rifiutata dalla Storia che oggi denigra l’altra Storia che andava per la maggiore.

Magliocco morì nell’eccidio di Lechemti, in Etiopia, il 27 giugno 1936.

Un altro pilota, il S.Ten. Tito Minniti, un altro del sud, nato a Placanica, in quasi punta di Calabria, mezz’anno prima fu colpito in un volo di osservazione, precipitò al suolo, ingaggiò resistenza insieme con il suo sergente Livio Zannoni, che fu subito ucciso. Era Dagabur, 26 dicembre 1935

Minniti, dopo indicibili torture, dal taglio di dita, piedi, squoiato, evirato, fu, alfin decapitato. Entrambi decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare.

 

Arturo Martini, scultore celebre di quegli anni, gli dedicò un grande bronzo che trova sede a Roma, nella Galleria d’Arte Moderna di Valle Giulia. Vi allego una immagine.

Lo scontro sociale, oggi, non parte dalla ideologia che invade la politica usando la Storia con storie che capitano, ad uso e consumo della fazione.

La mancanza di nozione, non credo più di cultura nel senso cosmico e perciò irraggiungibile, ma che sia almeno da rispettare, trascina le animosità di finti soldati delle verità sociali nel percorso dell’assurdo e del grottesco.

A quando la chiusura di Scuola Statali, strade, intitolate a Minniti?

A quando il dirottamento di aerei dall’Aeroporto di Reggio Calabria che porta il Suo nome?

Ma, senza acrimonia verso l’uomo, il nipote Marco, uomo politico che oggi imperversa, a quando la Sua controparte politica lo declasserà, Tito, ad uno che non sapeva pilotare l’aereo, ovvero a quando i “compagni” politici di Marco diranno che quel suo lontano “congiunto”, cioè Tito, era un parente deviato?

Già, perché quell’evirato e decapitato era lo zio di Marco. E ben si sa che Marco ha la passione per gli aerei.

Non ha abiurato il “congiunto”, altrimenti avrebbe disprezzato l’Arma Azzurra. Almeno lui sa dov’è la Stella Polare del valore, oltre la lizza stradaiola.

La confusione si rinnova. Sembra già 100’anni fa.

Che tristezza.

Sembra 50’anni fa. Guarda caso quella scultura segna il tempo.

Il tempo di Valle Giulia.

siminarion