Da: Renato Benintendi
Data:08/08/2015 11:05 (GMT+01:00)
Oggetto: Ipse scripsit o…Della grafomania di Pizzofalcone
Ipse scripsit o…Della grafomania di Pizzofalcone
Non era come firmare il Register of Appreciation di un hotel, o la Comment Page di un museo…La firma veniva incisa con rara e frettolosa perizia su steli di marmo in chiesa, volute di scale a chiocciole scoperte all’ interno delle mura secolari, banchetti delle aule, cornicioni, davanzali di balconi e finestre, ringhiere…insomma su ogni elemento strutturale che ne consentisse la trascrizione…Nessuno o quasi ha resistito alla tentazione di lasciare sulla viva pietra della Scuola il codice del proprio nome, perche’ in essa rimanesse scolpito per sempre…In chiesa erano e si spera siano ancora impresse le firme di Carlo Pisacane e di Tomasi di Lampedusa (cugino)…i quali rinverdirono, alla maniera delle Confraternite Scalpelline dell’ anno mille, i fasti della calligrafia dell’ epoca perche’ non si perdesse il senso del loro passaggio…Punizioni, stati di addebito e graffitiche cancellazioni ordinate dal Comando Scuola non hanno mai fermato questi che forse sono stati i piu’ efficaci atti silenziosi e impalpabili di quelli che ci hanno preceduto, che in tal modo hanno voluto dirci a distanza di decenni: “C’ero anch’io, non dimenticarmi!” Visita interiora terrae, rectificando invenies occultum lapidem!