Da: Annunziato Seminara
Data: 09/02/19 07:29 (GMT+01:00)
Oggetto: pizzostory 9 FEB 2019 . La Memoria e il Ricordo
Un po’ d’ordine sulle parole che parlano non sempre storie di tempi felici.
La nostra Storia, in questi giorni alimenta conflitti e ed evoca tristezze non ancora serenamente sopite.
L’uso che si fa quando si scrive la storia è quanto mai significativo nella distinzione delle parole che riescono a non superare le tragedie, anzi, nell’attesa dello scorrere degli anni, diventano l’unico capitolo del “pensiero unico” di una “Storia unica” del mondo, simbolo “unico” senza narrazione.
Ho ripreso letteralmente, senza modifiche, le definizioni delle parole che allertano le adunate alla riesumazione dei dolori e non alla pietas di una serena riflessione.
LA MEMORIA
La funzione psichica di riprodurre nella mente l’esperienza passata (immagini, sensazioni o nozioni), di riconoscerla come tale e di localizzarla nello spazio e nel tempo:
Apprendimento e ripetizione fedele, non necessariamente legati a una completa o corretta comprensione, talvolta spinti fino alla nozione di ovvio e banale, anche a proposito della facilità e precisione che nascono da assiduo esercizio.
Parte della retorica consistente nella capacità di ricordare gli argomenti del discorso, ottenuta e potenziata con particolari accorgimenti tecnici.
Memoria storica, il passato in quanto continua a far parte della nostra realtà quotidiana e attuale.
Memoria collettiva, l’insieme di ricordi condivisi da una collettività.
“l’Olocausto fa ormai parte della nostra m. collettiva”
La memoria è la capacità del cervello di conservare informazioni, ovvero quella funzione psichica o mentale volta all’assimilazione, alla ritenzione e al richiamo, sotto forma di ricordo, di informazioni apprese durante l’esperienza o per via sensoriale. La memoria può essere trattata, in maniera complementare, studiando i processi cognitivi e quelli neurofisiologici associati.
IL RICORDO
Impronta di una singola vicenda o esperienza o di un complesso di vicende ed esperienze del passato, conservata nella coscienza e rievocata alla mente dalla memoria, con più o meno intensa partecipazione affettiva.
In psicanalisi: ricordo di copertura, ricordo infantile che riguarda eventi apparentemente insignificanti e che serve in realtà a occultare elementi rimossi.
I GIORNI DELLA MEMORIA E DEL RICORDO
Il giorno della MEMORIA non ha mai bisogno di parlare i fatti che evoca. E’ talmente radicato nella sua universalità della interpretazione che riesce ad accomunare e farne il baluardo di una somma identica di storie. L’esodo millenario e le persecuzioni di un popolo diventano lo stesso palcoscenico della tragedia di fatti aberranti che da quasi novant’anni, in un crescendo inarrestato
ha segnato le coscienze e ancor oggi è inarrestabile nella storia che viviamo nelle politiche dei Paesi.
Il recupero di un’altra tragedia, nel giorno del RICORDO, vissuta da Italiani che hanno subito drammaticamente la falsa morale di una falsa ideologia della solidarietà di uomini falsamente liberi, occultata faziosamente dalle mani false sulla storia, riemerge da pochi anni e diventa il racconto quasi marginale, escluso dalla verità irraggiungibile della Storia del Mondo che rigenera, sempre più, la sopraffazione e lo sterminio degli uomini in nome di una bugiarda vulgata, che ambiguamente nasconde l’esercito dell’esercizio del dominio dell’uomo sull’uomo e della libertà del suo pensiero.
Non riesco ad essere sereno.
Soprattutto quando, quasi sommessamente, la Storia che si dice occupa impropriamente la passione degli uomini che, autenticamente liberi dalle fazioni, hanno dedicato, sacrificandola anche per noi, la loro vita, oggi saccheggiata e mescolata nel “pensiero unico” della “memoria collettiva”.
Il caso di Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, Eroe, non solo martire, delle Fosse Ardeatine, viene ricordato in un articolo del Corriere della Sera di tre anni fa, come “partigiano”.
Leggo molti casi analoghi. Tutti fedeli al giuramento alla unica Bandiera di tutti, ma raccolti subliminalmente sotto altre bandiere.
Il Corpo di Liberazione Nazionale è diventato, da qualche anno, un “corpo a latere” di altri difensori “unici” di una libertà “unica”, pianificando l’equazione fra lotta di una ideologia irripetibile per un “pensiero unico” e lotta per l’autentica e universale libertà dell’uomo.
NON HO MAI dileggiato Resistenza e partigiani, perché ho sempre cercato l’equilibrio nella esposizione di fatti di cui mi sono occupato, alla ricerca dell’onestà delle idee di chiunque.
Ma l’occupazione della Storia delle Foibe, da parte di un’Associazione ancora pervasa dalla sclerosi che difende il sanguinario esercizio del potere in nome di una traduzione ambigua della sua storia, mi indigna.
Ancor più mi indigna il colpevole silenzio di chi falsamente occupa la poltrona della responsabilità di rappresentare e di tutelare la convivenza degli Italiani e di garantire una serena lettura della Storia. Che non è di qualcuno. E’ di tutti.
E’, in questi giorni, il mio “pensiero unico”.
Nunzio