Pizzostory 24 GIU 2019. Coming back Nunziatella

Da: Annunziato Seminara
Data: 03/07/19 05:51 (GMT+01:00)
Oggetto: pizzostory 24 GIU 2019. Coming back Nunziatella

pizzostory 24 GIU 2019. Coming back Nunziatella
La corsa all’indietro. Più sei “anziano” più garantisci l’onorabilità. L’autorevolezza. Bah!

“NUNZIATELLA”, bellissima pubblicazione in carta umana patinata.
Nel n. 2 del 1988, circa sei mesi dopo il fatidico bicentenario del 1987, è pubblicato un pezzo di Ruello Majolo, Marinaio Ammiraglio, Allievo corso 1938, storico assai arguto: “SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME QUANDO NACQUE LA SCUOLA NEL REAME?” Perché la targa posta sull’arco del portone del Rosa Maniero parla del 18 novembre 1787 è stata messa in opera, invece, il 28 giugno 1788. Dopo otto mesi e mezzo! In sintesi. Ferdinando IV di Borbone concesse l’edificio della NUNZIATELLA alla Reale Accademia il 28 maggio del 1787, ma i corsi iniziarono nel novembre dell’anno successivo. Infatti, se i neo cadetti cominciarono ad entrare nella Reale Accademia nell’estate del 1788, i primi “cappelloni”, la loro formazione culturale e militare ebbe inizio a novembre, come ritualmente cominciavano i cicli scolastici.

Del resto, si sa!, occorreva fare alcune opere di ristrutturazione. Un anno circa di lavori era fisiologico. Ieri come oggi…..?, le autorizzazioni, le SCIA o CILA, i POS (Piani di Sicurezza), le varie ASL, la Soprintendenza !!!, i controlli di cantiere sul DURC delle ditte che pagavano o non pagavano i contributi, il Collaudo…. Le norme antisismiche?, ancora no. Esse cominciarono solo nel 1971, un po’ dopo……1788: la verità riporterebbe indietro di un anno le lancette dell’orologio del nostro “piccolo mondo antico”. Quel pezzo fu finito di stampare forse ai primi del 1988 ma fu pubblicato in aprile, cinque mesi dopo il bicentenario. Da pagina 27 a pagina 33.

Intanto un’altra corrente di pensiero è stata propugnata recentemente per una discesa storica verso il 1744, con un “visto”, mai visto….!, delle “Superiori Autorità”. Sì, il 1744, quando Carlo I di Borbone Duca di Parma e Piacenza (anche Sebastiano), lo stesso del dipoi Carlo III di Spagna, fondò la “Reale Accademia di Artiglieria”.
Le “Superiori Autorità”, quelle cioè dei Militari della Difesa, non avrebbero niente in contrario. Difatti, sarebbe comunque non sorpassato il primato delle Scuole Militari che, con data certa, presidia storicamente il 1739, quando i Sabaudi-Sardignoli del Regno di Carlo Emanuele III di Savoia, ‘nartro Carlo III anche se pure Emanuele, fondarono le “Regie Scuole Teoriche e Pratiche di Artiglieria e Fortificazione”. Certo, 5 anni più vecchi restano gli Artiglieri sabaudi. Oggi repubblicani.

Però, mai visto quel “visto” di accoglienza delle nostre “Superiori Autorità”!
Eppoi, l’azzardo è un po’ delicato. Se è vero che nelle storie della Napoli di quegli anni faceva nascere ingegni anche nelle scienze di ogni tipo, militari e non, una di queste, assai non causale forse, emergeva. E un po’ in tutta l’Italia meridionale. Già, proprio nel 1744, nel Regno del Carlo di Borbone, di cui sopra, con Don Raimondo di Sangro, Principe di San Severo, si costituì la “Perfetta Unione”, prima Loggia dei napoletani “framassoni”, detti così “alla francese”. Gran Maestro l’anzidetto Principe. Uno che la sapeva lunga. Un nobiluomo che aveva studiato a Roma e, tanto per cambiare, dai Gesuiti! Chi era dotto veniva sempre dottrinato dai Gesuiti. E anche indottrinato. Ci furono contorni un po’ confusi e non proprio cristallini sella vicenda. Questa non è la sede per parlarne. La coincidenza però è del costume sociale di quel tempo. Ai malpensanti, o benpensanti che dir si voglia, l’equazione fra sodalizio esoterico e Scuola Militare non suonerebbe bene. Anche oggi. In quel tempo c’era un forte “mescolamento” del pensiero diffuso nella società. Quella dei prelati e dei cortigiani. Mentre sorgevano fermenti filosofici e rivendicazioni sociali che si intrecciavano con militi mercenari olandesi, polacchi e asburgici che, assoldati, erano al soldo del Re Borbone. E il popolo?, sapeva?, boh!

Erano prestigiose la cognizioni scientifiche del Principe di San Severo, ch’era un grande matematico, chimico alchimista, inventore e promotore di progetti di grande rilievo. Il “Cristo Velato” e tutto quel che c’è nella Cappella a suo nome, è una emanazione del suo filantropico mecenatismo che inondò il mondo delle arti e delle scienze napoletane. Eppoi, vicinissimo alle armi, inventò persino un cannone rivoluzionario, che, sembrerebbe, pesasse meno di quelli “sul mercato”, che costasse poco e che sparasse meglio, il cui prototipo sarebbe stato come un guanto agli fondativi degli Artiglieri della Scuola Militare!

Poi però, leggo, nel numero 3 del 1988, stessa pubblicazione “NUNZIATELLA” sempre umanamente patinata, a pagina 81 e 82, un pezzettino di quasi 2 colonne, che parla del ricordo funebre di Tommaso Virnicchi. Chi è Tommaso Virnicchi. Cioè chi fu. Scorro le righe e non v’è traccia che fosse un Ex Allievo della Nunziatella. Né che lo fossero familiari, congiunti o “vicini di correnti di pensiero”, religiose e politiche.
Per carità, brava persona, morigerato di costumanze, ex studente degli Scolopi e assai “addentro” ai Gesuiti, fino all’accoglienza nella Compagnia di Gesù (ma non era stata chiusa?). I Gesuiti. Sempre loro. Comunque, ripeto, gran brava persona il Virnicchi. R.I.P. come diciamo noi, Riposi In Pace. Ma il legame con la Nunziatella? Presto detto. Nell’articolo, non proprio casualmente, mentre si parla delle scuole gesuitiche, si cita in tre righe che Padre Iappelli, Cappellano protempore nella Nunziatella nel bicentenario, avrebbe indicato, in un’omelia?, la continuità delle scuole dei Gesuiti, a Napoli dal 1586.

Cioè, “200 anni di Gesuiti a Napoli + 200 anni di Napoli della Nunziatella” = totale 400 anni.

E, con tutto l’ari-rispetto per la persona Tommaso Virnicchi, c’era bisogno di parlare di lui, non credo tra l’altro fosse conosciuto nelle nostre sale convegno, in una rassegna stampa che riporta un pezzo apparso il 30 dicembre 1988 nella rivista “SOCIETAS”, il think tank periodico dei Gesuiti?, praticamente in contemporanea al numero 3 del 1988 della Nostra pubblicazione, così datato ma poi divulgato, tanto per parlare della nobile vetustà della Nunziatella ….?
Non bastava leggere quel “…. PERDER TEMPO A CHI PIÙ SA PIÙ SPIACE” sulla parete del pianerottolo al piano terra della scala principale del Rosa Maniero? Così scrisse Padre Dante nella bocca di Virgilio, il Publio Marone, Purgatorio, Canto III, v. 78., quando il Vate latino dantesco sollecitava Caronte a passare con maggiore solerzia il guado ad un gruppo di peccatori veniali verso il Purgatorio, l’anticamera del Paradiso. Il Vate antico campò fra il 70 e il 19 ante Christum natum.

Erano infatti i primi “Cappelloni” del tempo di Virgilio ai loro primi passi verso il Maniero, arrossato dal fuoco di Lucifero, ma che oggi è “Rosato”.
Quante elucubrazioni storicistiche alla ricerca del sesso degli Angeli della Casa Rosa! Bastava poco. La soluzione era ed è ancora lì, in fondo alle scale, scendendo al piano terra. Ovvero prima di salire. Il nostro sesso antico di poco più poco meno 2040 anni fa, sempre se noi siamo Angeli…… O no?

siminarion