Categoria: Riflessioni

NE TEMPORIBUS VARIETUR (il motto Hic sunt leones)

Da: Renato Benintendi

Data:12/09/2015 17:25 (GMT+01:00)

Oggetto: NE TEMPORIBUS VARIETUR

 

NE TEMPORIBUS VARIETUR

Hic fuerunt leones…

Storica lettera con cui il grande Prof. Guido Silvestro (probabilmente il professore di latino e greco piu’ autorevole della Scuola nel secondo 900 insieme con Claudio Ferone e Vincenzo Rosato) storicizza il motto del classico B, OLTRE 50 anni fa…

La storia

Il giorno prima il prof. Silvestro tenne l’ultima lezione. Impassibile, granitico, articolò i pensieri, dosando le informazioni con gli approfondimenti, esattamente come aveva fatto nel corso dei mesi precedenti. Al suono della campanella, ripose nella borsa i suoi appunti ed il registro e si alzò per andarsene. Fu a questo punto che Lino Pugliese, interpretando i sentimenti di tutti i suoi compagni si alzò e disse:” Professore se ne va così? Non ci dice nulla? Oggi è l’ultimo giorno che la vediamo: siamo stati insieme due anni! …”
Ricordo come fosse ora che il professore si fermò, si voltò e torno a sedersi in cattedra come faceva sempre. Aprì la borsa, estrasse un foglio protocollo a righe, si tolse gli occhiali neri mostrando due incredibili occhi blu, assolutamente inaspettati, e cominciò a scrivere in silenzio. Lasciò il foglio scritto sulla cattedra e se ne andò dicendo “In bocca al lupo”!
Restammo attoniti, sorpresi, anche noi in silenzio come forse non eravamo stati mai. Poi qualcuno prese il foglio e cominciò a leggerlo ad alta voce:
“Hic sunt Leones è il vostro motto e, a dirvela franca, esso mi piace; in tempi in cui anche i migliori aspirano ad essere volpi e i più non sanno essere che conigli o bisce, proclamarsi leoni significa assumere una posizione avanzata e difficile, che impegna al coraggio e alla lealtà. Il mio augurio, dunque, ora che stiamo per lasciarci non può essere che questo: vi rimanga dentro per sempre cotesta vostra aspirazione leonina e sia essa, soprattutto, forza ed impeto morale; fatela trionfare sui pavidi e sugli ipocriti, imponetela contro i servi e contro i tiranni. Sarà un modo efficace, virile ed elegante per rimanere perennemente giovani, perennemente liberi. Guido Silvestro”
Quel foglio l’ho conservato con cura: ricorda e rappresenta magnificamente l’uomo ed il Maestro più grande di tutto il corso di studi effettuato. Quell’uomo insegnava alla Nunziatella!
(Ernesto De Pascali, ex allievo, 60-63) 

Un ricordo di Umberto Bile FUNERE MERSIT ACERBO

Da: Renato Benintendi
Data:31/07/2015 10:47 (GMT+01:00)
Oggetto: FUNERE MERSIT ACERBO

DUE ANNI DALLA SCOMPARSA DI UMBERTO... INDIMENTICATO COMPAGNO... IMMUTATO DOLORE... ​ ​ La pioggia che oggi diffonde, su uno spartito di foglie salmastre, le sue note incolori, scioglie i livori dell’ anima che indugia. Solo ora m’ avvedo, come destato dal crepitio d’ un ramo spezzato, dal fermo calzare di chi pota, che manca nella mia vita, vuota il riso tuo lieto. Vorrei voltarmi a colmare, come fa uno scroscio d’ acqua versato, nel letto di un greto, il sortilegio del nostro passato, e rivederti il viso, che, perso ormai, balugina solo in rari barlumi. Ma altro ignoti numi accamparon per te. E per noi. Che solo serbiamo in illusa memoria, come una traccia scalfita in una pietra di sale, la tua storia, di luce infinita.
Renato Benintendi 1973/76 

Un ricordo di Antonio Affaitati 1966/60-70

Da: Aldo Carriola
Inviato: giovedì 16 aprile 2015 12.19
Oggetto: Re: pizzoflash 16 APR 2015 – L’ OMBRA DEL MONDO di ANTONIO AFFAITATI

Antonio Affaitati era del mio Corso 66/69-70 e precisamente del classico A. Andò via un anno prima perchè fece il salto e quindi si maturò giovanissimo. Cominciò subito a lavorare in RAI per poi diventare quell’ottimo giornalista che tutti noi ricordiamo. La sua inconfondibile e bellissima voce la tengo impressa nella mia mente e mi sembra di risentirla ora come allora. Il papà di Antonio era uno dei più noti antiquari di Napoli in via Costantinopoli ed era molto fiero del figliolo che, dopo la soddisfazione dell’ammissione alla “Nunziatella”, aveva tentato positivamente il salto alla maturità per iniziare ed intraprendere immediatamente dopo quella che era la sua aspirazione: fare il giornalista. Era un ottimo camerata (nel senso di compagno d’armi e non altro….) fin dai tempi delle prove concorsuali che facemmo in gran parte insieme dato che le iniziali dei rispettivi cognomi erano a e c. Ringrazio Nunzio che lo ha ricordato attraverso la sua mail facendo cosa gradita a coloro che come me lo hanno conosciuto e che lo ha fatto proprio nel giorno del suo compleanno ( pare 69vesimo) che è poi lo stesso di Papa Ratzinger. Auguri Credendo di fare cosa utile per ricordare Antonio anche visivamente, in allegato trasmetto la copia della pagina dell’album makp del mio corso che lo ritrae
Saluti a tutti Aldo Carriola 66/70 Scientifico A

Arturo Tornar: Sezione aurea e dintorni

Da: Arturo Tornar

Data:15/12/2014 13:04 (GMT+01:00)

Studiando questa vita così come si manifesta sulla terra, sono arrivato alla conclusione che la fisiologica opposizione che innalziamo tra la vita e la morte è un errore della nostra egoistica mentalità. La morte non ha realtà se non come processo della vita. Tutto si rinnova e niente perisce. Muoiono solo le cellule del corpo. Parlo  della cosiddetta  materia vivente. Ma chissà se un giorno si riuscirà a scoprire che anche i metalli, le pietre e tutte le materie inorganiche hanno una loro vitalità, diversa dalla nostra , ma pur sempre vitalità. Questa dualità tra ” verità non conosciuta ed errore” tra “dolore e piacere” s’identifica con il corpo quando la mente non riesce ad uscire dal mondo materiale pur recependo e avendo nel subconscio la possibilità di espandersi “oltre omega”.
La spiritualità è un bellissima parola ma soprattutto è la speranza in cui credo perché in essa sento l’indicazione superiore di Nostro Signore. Penso che la vita vera sia ovunque, involuta o evoluta,ma nell’universale.
Perché questa riflessione? Oltre quarant’anni or sono, nell’album dei ricordi, il nucleo storico  della Sezione Aurea scrisse: “Gli attori si lasciano per continuare il loro cammino nell’età adulta. Eppure sono sicuri che il loro vincolo rimarrà in eterno e riavvamperà forte,sincero e puro come prima”. Passati quegli anni s’incontrarono nuovamente sul terrazzo di albergo napoletano e promisero d’incontrarsi ogni anno per segnare ancora un futuro denso di risate nella gioia del ritrovarsi. Si unirono a loro i dintorni.
Ora la Sezione Aurea e dintorni ha subito profondi turbamenti dovuti a “sonni di lunga durata” e gravi “acciacchi di gioventù” di alcuni suoi appartenenti. Hanno iniziato ad addormentarsi i fratelli Macolino, Biagio Sica, Maria De Simone, Stella Bonito, Lia Cantiello, Adele Maglione…ora Severino Cantiello. E’ sceso su di noi un vuoto immenso. La sapienza e la profondità di pensiero di Maria, lo splendore di Stella, del suo sorriso e della sua cultura, la bontà di Adele…e ora il Direttorio.
Biagio e la sua impagabile ironia che mistificava la sua profonda filosofia di vita, e Severino con la sua immensa POESIA interiore e l’onestà intellettuale di chi ha saputo recepire dalla Nunziatella i migliori valori. Ora siamo più soli ma sappiamo che le persone che sanno amare il loro prossimo come loro hanno saputo amare, stanno conoscendo l’eterno e ogni ombra irrisolta della loro esistenza verrà risolta nella luce del Signore.E’ un ritornare alla Sorgente, in quei prati verdi e fioriti profumati di gioventù ove incontreranno nuovamente i loro affetti più cari. Noi, quaggiù, continueremo a vivere in chiave emotiva gli avvenimenti,i sentimenti e le emozioni perché comunque ricchi di un’intensa umanità sensibile alla densità morale dovuta al possesso  di quei parametri che danno significato alla vita: famiglia, salute, amore, amicizia vera. Dobbiamo convincerci però che sarà bello, per chi ha Fede, conoscere quello che c’è dietro l’angolo, per non esistere in modo opaco. A presto Biagio e Severino,colonne portanti della gioventù del nostro corso  !952- 1955/6. Pregherò e sono sicuro pregheremo tutti per Voi perché possiate godervi la nuova Vita ed avere quella serenità che avete ben meritato. L’eterno è vero. Arturo