Categoria: Il pensatoio di siminarion

pizzostory 25 MAR 2016 – APPENA 73 ANNI FA. LA VERSIONE PER VOI SUL WEBEX E SU NUNZIATELLA.1787

Da: Annunziato Seminara
Data:30/03/2016 18:16 (GMT+01:00)
A: Rosario Coraggio

Oggetto: pizzostory 25 MAR 2016 – APPENA 73 ANNI FA. LA VERSIONE PER VOI SUL WEBEX E SU NUNZIATELLA.1787

pizzostory 25 MAR 2016 – APPENA 73  ANNI  FA


Un anno fa l’ho scoperto. E sembra ieri.

REGIO DECRETO N. 312 del 25 marzo 1943 : Riconoscimento della “Fondazione Altezza Reale Amedeo di Savoia, Duca D’Aosta “  con sede in Napoli.

Tanto a seguito di quanto istituito nell’ Atto Costitutivo dell’ 11 settembre 1942 presso il Notaio Paolo Castellini in Roma  e del relativo  Statuto del 7 dicembre successivo presso il Notaio Vincenzo Suriano in Napoli: atti quasi ad esaltare prontamente la memoria gloriosa  del Nostro Ex Allievo, avvenuta il 3 marzo dello stesso anno a Nairobi, il 1942, come attesta la targa apposta il 15 giugno, tre mesi e mezzo dopo, nei locali del Rosso Maniero che oggi ospitano il Nostro Museo. 

Una “staffetta”, che probabilmente non è peregrino pensare od intuire, fra la “Fondazione Allievi Nunziatella” precedente ( Regio Decreto del 30 dicembre 1926 n. 2421, non 2141 come riportato nel pamphelet dell’Associazione, 2010), il cui ultimo riconoscimento nell’Albo delle persone giuridiche regionale risale al 2 marzo 1941 e che avrebbe dovuto essere riconfermato l’anno successivo, così appare, cioè il 2 marzo 1942. Ma forse proprio la morte del Duca, avvenuta il 3 marzo, ha determinato l’avvio dell’iter amministrativo della nuova Fondazione, dedicata a LUI, Amedeo D’Aosta, Sua Altezza Reale, con analoghe disposizioni dello Statuto DELLA PRECEDENTE Fondazione Nunziatella in favore degli Allievi.

Questo, e altro ancora, in parte è stato reso evidente in “pizzofalcone.itn. 01.2015, con la pubblicazione di una interrogazione parlamentare, seduta antimeridiana del 28 novembre 1950, da parte dell’ On. Antonino Gen. Cutitta di Palermo.

Questa “chicca”, sulla Fondazione di S.A.R. Amedeo D’Aosta, Allievo degli stessi anni di Mario Palermo, la ignoravo.

Un “certoHegel scrisse (una delle poche cose che mi va di ricordare di questo intellettuale) che la storia non insegna la storia, ma, letteralmente “…..dalla storia impariamo che dalla storia non si impara”.

Veramente non pensavo fosse così.

Appena un anno fa. Forse è il caso che certamente riprenda i libri di quel certo Hegel.

siminarion

 

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pizzostory 24 MAR 2016 bis – APPENDICITE DEL MIRACOLO A ROMA

 

Da: Annunziato Seminara
Inviato: sabato 26 marzo 2016 11:14
Oggetto: pizzostory 24 MAR 2016 bis
– APPENDICITE DEL MIRACOLO A ROMA

 

pizzostory 24 MAR 2016 bisAPPENDICITE DEL MIRACOLO  A  ROMA

…………..E CHE NON SI PENSI, E NON SI DICA MAI, che il miracolo di ieri sia dovuto ad una sorta di anti-ebraismo manifesto!

Sul piazzale della cerimonia c’erano ancora 5 corone: delle Confederazioni dei Sindacati Pubblici, del partito di Governo, dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra – onlus, e, certamente, quella del Capo dello Stato e della Comunità Ebraica di Roma,

Come ogni anno, da che ne conosco il Cerimoniale, tutti i Gonfaloni dei Comuni disgraziatamente disastrati nel sangue dei Cittadini, di Province e di Regioni, e degli Enti Locali ad essi “assonanti nelle rivendicazioni storiche dei fatti luttuosi di quei tristi anni”. E di Associazioni della Resistenza, dei Partigiani, e così via.

Non ho mai visto, in quella ressa disposta in pochi metri-quadri, Labari di Associazioni d’Arma: se non ho visto bene farò mea culpa, anche se il senso del mio disagio non si attenua visto che Il Comandante della Benemerita si reca al Mausoleo ben prima del Capo dello Stato e posa sui “sarcofagi” dei Carabinieri i fiori  e poi ritorna subito a Viale Romania (Comando Generale dell’Arma), come anche sono posti i fiori dell’Aeronautica su quelli dell’Aeronautica Militare e dallo S.M.E. su quelli dell’Esercito.

Quando eravamo presenti con i Labari della Nostra Associazione e dell’Associazione di Palazzo Salviati (3 volte alfiere solitario, con tutt’e due i Labari….., nonostante avvisi di adunata: si era un po’ distratti….) non sembra che vi fossero  Labari di Associazioni d’Arma.

Eravamo mosche bianche e, certamente, rappresentavamo l’ecumenismo delle Scuole Militari, “PREPARO ALLA VITA E ALLE ARMI”, senza distinzione di ideologie o di “vicinanze” a correnti “opportune” che la vita ci presenta,  rivendicando, sì, l’appartenenza e la fedeltà ai valori scritti nelle Nostre Storie.

Ci sarà un motivo se queste “non presenze” siano costanti, quasi un cerimoniale parallelo, consolidato e scolpito nelle carte delle Autorità pubbliche e delle “Autorità Superiori” delle Forze Armate.

E non si affermi che il Ministro della Difesa ed il Capo di Stato Maggiore della Difesa, presenti, rappresentassero le stellette!

La medaglia al valore, prima d’Argento (Ministro Spadolini), concessa al bombarolo il 23 marzo 1944 e “pistolettatore”  di Giorgio Barbarisi il 5 giugno 1944, poche settimane dopo, NO!, non mi sento affatto di riconoscerla da un anno a questa parte, e di riconoscere il silenzio tacito, accogliente e dissacrante di chi la riverisce, seppur “in differita”, e così ne sugella di fatto un eroismo assente.

Lontanissimo come un abisso incolmabile, il tizio, rispetto al Nostro Roberto Lordi e a Sabato Rastelli Castaldi, due Generali dell’Aeronautica, che si presentarono spontaneamente ai tedeschi per testimoniare e scagionare il titolare del polverificio Staccioli, indiziato e fermato per sospetti di lotta clandestina.

Furono seviziati e poi portati lì, insieme con quelli del rastrellamento di Via Rasella, e destinati alla tragica fine.

Cioè, il mio distacco da ogni comprensibile atteggiamento di rispetto verso gli attori protagonisti della storia di quel boato di Via Rasella è emerso senza titubanze da quando ho saputo di Giorgio Barbarisi, vittima dell’aver salvaguardato lo Stato ancora legittimamente insediato ed il giuramento che gli imponeva il rispetto al Suo Capo delle Forze Armate ed alla Sua Bandiera, mentre senza indugi, senza tentennamenti, rimuoveva un manifesto “contro” i Suoi valori. E che tra l’altro era persino, tacitamente e di nascosto, in contatto con partigiani al comando del comunista Arena. E che poche ore prima della pistolettata era stato fiero di aver imposto al Comando Alleato l’alza bandiera del Tricolore, di diritto accanto a quelle Statunitense ed Inglese.

Lui, un piccolo Ufficiale di Finanza.

Quell’atto nobile pesa molto più di quel grande monolite artificiale di cemento armato, non a copertura del grande sacello di quei poveri Italiani, perché a protezione di chi li usa e li fucila e li sotterra alla rinfusa ogni volta che ne parla o ne scrive.

E mi pesa ancor di più, da quando so che una Bronze Star Medal gli fu conferita davanti ad un reparto schierato INGLESE !, a Piazza Venezia, vicinissima a Via delle Tre Cannelle, luogo dell’assassinio, per disposizione del Gen. Clark e consegnata alla Mamma di Giorgio. Una laurea honoris causa alla memoria. Il suo nome, così sembra, sul frontespizio della Caserma della Guardia di Finanza a Bologna.

E la memoria è ancora assente fra “i presenti alle assenze”.

E tanto più cresce il mio disappunto quando riscontro che cotali “patrioti”, almeno per dignità, non hanno neanche avuto il gesto di dedicare, con pietas umana, le loro medaglie ai 335 morti, ma anche più se si pensa al giovanetto di 13 anni, Piero Zucchettini ed un adulto ignoto, morti “per sbaglio” nella deflagrazione, e, riscattando un minimo di senso morale, civico e storicamente onesto della stessa ideologia in cui credevano e che avevano espresso nel loro gesto, non abbiano inteso rappresentarlo consegnandole, non solo simbolicamente, a tutti quei morti, vittime “derivate” di un atto sul quale non intendo fare alcun commento. Si cade spesso in facili incomprensioni o in notizie incomplete.

Giorgio Barbarisi è assolutamente un punto fermo ed incontrovertibile.

Lo stesso dicasi per la discutibile e deprimente autoreferenzialità e vanto degli attori, esaltati dai non pensanti e soprattutto dai faziosi.

In altri casi, anche oggi, questo percorso di millanterie si rinnova di continuo.

Quell’esempio è nascosto. Non è “corretto ri-pensarlo”.

Quando l’ “Essere” diventa, assai spesso, “Sembrare”.

Molto meno equivoco, infatti mai opinabile, “Preparo alla Vita e alle Armi”, che segue quello di 229 anni fa, con parole che quasi sembrano anticipare lo stesso fine, delle parole scritte per volontà di un Ferdinando IV di Borbone, “….a gloria e sicurezza dello Stato”, lì, sul marmo all’ingresso del Nostro Portone.

Già parole di allora, scolpite nei gesti e nel pensiero unico, quello sì che è vero!, di chi osserva e conserva quei valori, laici e non ideologici. Anche per noi.

Giorgio Barbarisi, oggi un nome nascosto. Scomodo alle grancasse. Eroe?

Non aveva varcato quel Nostro Portone del Rosso Maniero.

Conosceva quelle parole, le stesse del Giuramento che si celebra davanti alla Bandiera: le conosceva quando molti, invece, le dicono, persino scrivendole,

ma senza contezza.

Perché, semplicemente, sono quelle di tutti gli “….uomini di buona volontà

siminarion

 

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pizzoflash 19 MAR 2016 – Miracolo…., il giuramento, …. a Milano

Da: Annunziato Seminara
Data:20/03/2016 04:32 (GMT+01:00)
Oggetto: pizzoflash 19 MAR 2016 – Miracolo…., il giuramento, …. a Milano

pizzoflash 19 MAR 2016 – Miracolo…., il giuramento, …. a Milano

TEULIE’. Giuramento Cappelloni:

1 – la Bandiera, che è di TUTTI, anche di Noi,
2 – Comandante Violante col triangolino più sopra di tutto,
3 – Comandi Signor Capitano (“…il Capitan de la Compagni-i-i-i-a….),
4 – Ari-Comandi sempre Signor Capitano

pizzoflash 15 MAR 2016 – Le Idi di Marzo 2016. Le prime di MONTE ECHIA

Da: “Annunziato Seminara”
Data: 16/Mar/2016 09:48
Oggetto: pizzoflash 15 MAR 2016 – Le Idi di Marzo 2016. Le prime di MONTE ECHIA:
 

pizzoflash 15 MAR 2016 – Le Idi di Marzo 2016. Le prime di MONTE ECHIA: 

The day after

 

12 + 1 donna, che ha fatto solo la mamma e nessuna carica di sindaco né direttiva in nessuna associazione, EH!, comunque mugliera gelosa di Giorgio Di Resta, corso Margherita,

daghe e coltelli all’ingresso, nessuna coltellata,
ciacole sulla parola “terrorismo”, sul codice militare in tempo di pace e in tempo di guerra che non si vede ma che c’è, sul diritto amministrativo, sulle traduzioni letterarie, sull’urbanistica romana, su un pezzo di storia di progetti napoletani per il Pizzofalcone, su eventi a Palazzo Salviati, sul web di pizzofalcone.it, su finmeccanica, su ansaldo energia, su alenia spazio, sugli zaini a terra e su programmi per il loro ricordo, sulle cresime, sotto le cresime, sui supplì, sulle crocchette, sui droni, sulle fondazioni, sulle “sotto fondazioni” dell’amico Claudio e di Roberta, la sua compagna di vita (vv. foto), su appuntamenti tuderti, sul pensiero di siminarion sul progetto “Grande Nunziatella”, sul conto (della “pizzata” non del progetto):
tutto qui a “i meloncini”,
ieri sera, in Roma, Viale di Tor di Quinto 55.

siminarion

 

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pizzostory 6 MAR 2016 – 6 novembre 2015. APPENA QUATTRO MESI FA

Da: Annunziato Seminara
Data:06/03/2016 05:29 (GMT+01:00)
Oggetto: pizzostory 6 MAR 2016 – 6 novembre 2015. APPENA QUATTRO MESI FA

 

pizzostory 6 MAR 2016 – 6 novembre 2015. APPENA QUATTRO MESI FA

……………………………..
con tutto il rispetto per ognuno di voi, chi la pensa in un modo e chi in un altro, l’altr’anno, il 6 novembre, l’ONU rimosse dalla Libia l’Ambasciatore incaricato alla ricerca di accordi, lo spagnolo Bernardino Leòn: era stato criticato per aver favorito una delle due fazioni che si contendevano il primato nel territorio (e, non cancelliamo questa notizia, noi a ruota l’abbiamo seguito con inevitabili conseguenze non proprio esaltanti, come, ahinoi!, oggi registriamo)..
Che strana la Storia, un altro
BERNARDINO, ma LEONI, “un Bernardino con la ” i “…., col suo 6° Bersaglieri sul Don si copriva, invece, di gloria. Guardate come lo ricorda la sua città natale, Cittaducale. Senza armi, mentre vola con un drappo, la Bandiera Italiana, avvolti insieme nel vento e fra le Penne Nere (scusate l’enfasi faziosa…).
Auguriamoci, in questi giorni, un ricordo-spigolatura in chiave giornalistica della Storia, non la sua nemesi per qualcuno dei nostri ragazzi, ancora!

siminarion

 


 
 

pizzofalconews 21 FEB 2016. PERCHE’ ROSSO E’ IL MUSCHIO

Da: Annunziato Seminara
Data:21/02/2016 16:36 (GMT+01:00)
Oggetto: pizzofalconews 21 FEB 2016. PERCHE’ ROSSO E’ IL MUSCHIO

 

pizzfalconews 21 FEB 2016 –  PERCHE’ ROSSO  E’  IL   MUSCHIO 

 

A Perugia, al numero 133 di Corso Cavour. Comando Legione Carrubas.

Bella gente nella sala con volta a botte affrescata sopra. Noi, la ggggente, raffrescata sotto. dai sorrisi e dai “come ti si vede, da dove vieni, chi sei?, ecceterunque nobis vobisque”.

Era ora di andare a sentire “l’odore del muschio”, dopo voci eteree nel virtuale e cellulari impazziti, ma editorialmente stangamente riservati. Ironia del tempo: celebrazioni di ammiccamenti all’Eco di Umberto proprio il giorno della sua dipartita. Romanzo che benintende, il Benintendi, declamare freneticamente fra storie di affetti e nostalgie, proprio col colore “….della rosa”, quel muschio che non è “bianco”, ma, come afferma, è rosso come la rosa.

La rosa di Eco?, il rosso del Maniero vicino a Villa Ebe sul Monte Echia del Pizzofalcone?

O gli occhi sommessi dell’Irene discreta e immanente che aleggia riservata ma preminente nella copertina?

La molecola dell’adrenalina, se esiste, quella che inutilmente rincorre Vittorio Sgarbi, rincorreva invece Renato che parlava, no, correva sulle pagine del suo racconto insieme a immagini riprodotte in successione su un grande schermo.

Tratti di poesia, come il moderatore Concina, quasi un frate energico, energico………… l’Antonio di Orvieto, al centro di un imponente tavolo fratino, un fratone!, fra Renato il Benintendi e Antonio l’Editore Stango, tre frati ed un fratone, tutt’e tre fratelli di quella cricca di “ quei ragazzi di Mezzocannone”, altro che la Panisperna via romana!: a Napoli erano, e siamo e saremo ancora, FISICI, VERI FISICI, anche se non tutti….., non quei romani là, che facevano la fisica!: la vera fisica si fa con i veri fisici!

Già, riprendendo l’arguto lettore Concina, versi poetici che forse sono il vero senso di un racconto, che racconto non proprio è, perché è vita vissuta, fra il sentire “dentro” e il dirlo con sentimento, il ricordo degli anni fra le frenesie adolescenziali e quelle del turbinìo del mestiere nel lavoro professionale, quelle del mestiere della vita. Senza non accennare all’origine dell’Africa Orientale, abbastanza nostalgica di eroi coloniali e miti colorati, ….., quelli di belle faccette della Storia Italica. Quasi quasi, con i tempi che viviamo, meglio sarebbe dire di un’origine “dell’Asia Occidentale”, almeno sarebbe più misteriosa, di fruscii di veli e di turbanti sparsi negli harem. Suoni e immagini molto consoni al bel René.

Non marginale la citazione di Adso, il giovane Frate novizio.Cappellone (…..) accanto a 007, Sean Connery che, novello Eduardo Battista con barba (…..), il Frate Guglielmo, con il quale raggiunge Frate Yorge, senza somiglianze…..,  l’avvelenatore incendiario del Convento del romanzo cult di Eco, luogo di eresie troppo avventate e di risate peccatrici: altro che colore bianco del muschio, è il colore rosso del muschio, neanche tanto quello della rosa di Eco, ma quello del Maniero della NOSTRA ECO, “l’eco del core”, che da Pizzofalcone rincorriamo, più forte e più veloce della molecola d’adrenalina per rituffarci nei ricordi dell’ “attimo fuggente” dei nostri anni e nella vita che verrà. Nella vita della città “assorbente” di Napoli fino a quella del compiacimento dei sorrisi di ieri, un po’ smorzati dalle cotiche sbollentate troppo assai, fra i fagioli di piatti ristoratori della trattoria finale, liberatrice della sosta dopo la tempesta delle parole di Renato.

Il saluto del padrone di casa, Roberto Ripollino, ci ha affrancato da quei minuti trascorsi, sempre caldi dell’affetto umbro, privo di sovrastutture. Noi, sotto la struttura della volta affrescata “a botte” di quella sala. Che è l’ex Chiesa della Santa Maria Maddalena. La Santa peccatrice. Sobrietà di presenze serene, le nostre. Per niente peccatrici. Manco fossero di  Ex Allievi!

 

siminarion

 

 

 

 

pizzofalconews 17 GEN 2016 – Gricia continua

Da: Annunziato Seminara
Data:17/01/2016 14:03 (GMT+01:00)

 

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Dalla “Nunziatella alla gricia“: lo stemma araldico del 1787, Regno Borbone, vigente il 18 novembre 1787..
L’altro in onda (vv.2° allegato) e consolidato è del 1816, Regno delle Due Sicilie.
Si parla della “Nunziatella” ex ante con uno stemma ex post: o no?, è “fedeltà storica”?
Qual’è lo stemma “gricio”?
A chi legge e guarda,
l’ardua sentenza.

siminarion

 

pizzofalconews 10 GEN 2016 – Nunziatella alla gricia

Da: Annunziato Seminara

Data:10/01/2016 15:29 (GMT+01:00)

Oggetto: pizzofalconews 10 GEN 2016 – Nunziatella alla gricia

 

pizzofalconews 10 GEN 2016 – Nunziatella alla gricia

 

Pensando e ripensando, se dalle parti di Roma, la famosa “ROMA Capitale”, così ri-nominata per non confonderla con la prima, la semplice “ROMA”, che tante belle cose ci ha dato, ma che tanti buffi ci ha lasciato tanto da procedere ad una sua nova nomination amministrativa, vergine di intrighi e di debiti (mmm…….!), se allora a Roma, dalle parti di Trastevere o di Testaccio o in Via di Panico, ‘nsomma ‘ndo’ ve pare, cucinate un buon piatto locale, qualsiasi locale o a casa propria, pensate a questa soluzione:

mentre cuociono gli spaghetti (rigorosamente n. 5 !), fate soffriggere con pochissimo olio extravergine d’oliva in padella uno spicchio d’aglio con piccoli tagliolini di guanciale, togliendolo, lo spicchio d’aglio, quasi subito, ma fate in modo di spegnere il fuoco quando il guanciale è appena croccante e non bruciato (!!!), in una ciotolina (basta una tazza di latte, quelle belle “a ciotola” di una volta) fate una pastetta di pecorino (laziale, ahimé!) grattuggiato con un paio di cucchiai di acqua bollente all’amido degli spaghetti che stanno cuocendo, tagliate pochissime fettine di lardo di Colonnata tagliate come ostie del curato;

quindi, alla cottura degli spaghetti (al dente, non alle protesi che sono ignoranti e non si capisce niente!), mescolate nella insalatiera (big ciotol) la pasta scolata e la pastetta cremosa di pecorino che è già lì in attesa aggiungendo altro pecorino grattuggiato e i tagliolini di guanciale, quasi scolati a loro volta di quel poco olio rimasto, aggiungete pepe nero a grana piccola e le ostie di lardo di Colonnata, servite nel piatto con forchettone in verticale, spargete sopra altro pecorino, però stavolta grattuggiato a scaglie e sopra qualche pugnetto di tagliolini di guanciale precedentemente messi in attesa;

bevete un salutare bicchiere d’acqua, non gasata perché aiuterà fermentazioni successive non salubri  per l’aria intestinale (so’ discreto, no?), aspettate una manciata di secondi, e poi…….: dàteve da fa’ !

E ch’ancora ve devo di’!!!!! ????

Questa è la pasta alla gricia!

 

E, ari-pensando, una tendenza diffusa ovunque è quella di scavare nella genesi delle cose.

Sembra che scavare e scovare nelle radici di qualsiasi storia costituisca il marchio d’o.c. che legittimi e nobiliti l’oggetto “di che trattasi” (che bella espressione …. , no?).

Nelle persone diventa il DNA dal quale ognuno conosce i propri  geni, talvolta pochi ( …. ), salute e malattie di avi e quelle da prevedere  per il futuro.

Nella Storia, quella maiuscola, lo smucinare negli anni e nei documenti, a volte costituisce quell’insieme di informazioni che addirittura sostituiscono le date dei fatti avvenuti e i natali degli eventi.

In un recente convegno bolognese, all’ombra degli Asinelli, le torri  famose ,  s’è accennato ai collegamenti della Storia della Nunziatella risalendo alla quasi-poco più della metà del 1700, nel secolo dei lumi napoletani e mediterranei.

E’ evidente che si punta all’aggancio con il Regno Borbonico di Carlo III e, ma qui corre l’obbligo del sospetto  ! ,  con i Collegi più o meno nobili che i Borbone avevano istituito : quello del Salvatore e, dulcis liet motive, il Collegio dei Nobili e quello della Nunziatella (o Annunziatella), dedicati all’aristocrazia borbonica (Marianna Tedesco – “Per una scienza dei doveri”,  Ist. Italiano per gli Studi Filosofici, Ass. Naz. Ex All. Nunziatella, Fondazione Nunziatella, tutti in joint editing del 2012), quest’ultimo nella sede del Noviziato dei Gesuiti, che si trovava proprio lì, nel (Rosso …..) Convento, quei Gesuiti non ancora   “licenziati”    da Bernardo Tanucci!

Ma la Nunziatella, secondo la targa marmorea posta “in chiave” alla volta d’ingresso del Rosso Maniero, è stata fondata da tale Ferdinando IV Borbone il 18 novembre 1787.

Senza “se” e senza “ma”.

E c’è scritto, in maiuscolo, “…. A GLORIA E SICUREZZA DELLO STATO  ….”!!!

 

E NON  A GLORIA  E SICUREZZA DEL REGNO DEI BORBONE!

 

NATALE INCONFUTABILE DELL’ EDITTO DI UN RE BORBONE, FORMULA SENZA DUBBIO MODERNA, ATTUALISSIMA, MOLTO PIU’ DI QUEGLI ILLUMINATI CHE SI VUOL RIGENERARE!

 

Excursus storico che nella loro cucina, gli storici, rigenerebbero la “genesi” della pasta alla gricia cercando notizie sul maiale (o majala?) del guanciale e dove è stato stagionato, al campo di grano ed alla mietitura (“…andiamo a mietere il grano…”), alle trafile in bronzo vero che, appunto, trafilano gli spaghetti, alla storia del n. 5 che dà la grammatura agli spaghetti, alla pianta del pepe nero (non abbronzato!, mi raccomando….), al latte della pecora se è, la pecora, vergine o già ….stagionata, alla pianta d’olivo se è, la pressatura, di olio vergine (perciò pianta d’olive, al femminile….), al lardo di Colonnata se è ben stagionato nella vasca di pietra delle sue grotte (di Colonnata), se, infine, il Sindaco di Colonnata ha frequentato la Nunziatella!!!, oppure se è di un partito politico o di un altro!, se è misogino o un assatanato!

 

Dài! , per favore!,  la pasta alla grica è pasta alla gricia quando è nel piatto!

( della serie …è rigore quando arbitro fischia ….!”)

Magari innaffiata (a Roma si dice “magara”!) con il   rosso biologico in calice di una cantina a caso, “Casa l’Oste!”, rosso vivo !, e che rosso! Veramente a caso ……

Rosso vivo !, non rosso antico, illuminista del settecento napoletano, quando nascevano le prime camarille in sacrestìa e nelle guarnigioni cortigiane aristocratiche.

 

Come è autentica, unica e senza incertezze di natali, la nostrana Nunziatella:

18 NOVEMBRE 1787, la Nunziatella alla gricia!,

senza  “se” e senza “ma”.

Come la verità della Storia Vera.

 

Giù le mani dalla Storia!

 

siminarion